È ora di abbassare le tasse a chi ha più figli: ecco il Governo punta a rafforzare gli incentivi diretti e indiretti alla natalità.
La prossima Manovra dell’esecutivo guidato dalla premier Meloni sarà probabilmente caratterizzata da un taglio a molti degli aiuti e delle agevolazioni ancora disponibili. Poche possibilità di conferma, dunque, per i bonus che nell’ultimo biennio erano sopravvissuti ai ridimensionamenti e che non avevano ancora subito una decisa razionalizzazione dei requisiti d’accesso.
L’obiettivo, secondo i piani del MEF, è poter risparmiare buona parte dei 105 miliardi che “volano via” per finanziare le attuali agevolazioni fiscali (che, in tutto, sono più di seicento) attraverso un controllo più serrato sulla spesa.
Il Governo punta il dito contro gli sfondamenti del Superbonus e insiste sul fatto che tutte le detrazioni e i crediti di imposta dovrebbero avere un tetto massimo. Bisogna risparmiare per poter mettere i soldi su obiettivi più rilevanti. Le priorità per il Governo, in questo senso, sono quattro: sostegno alla famiglia, lavoro, fisco e imprese.
Meno tasse e incentivi ma solo per chi ha figli: i nuovi piani del Governo
Il nuovo programma dovrebbe essere basato su meno tasse per chi ha figli, più assunzioni, pensioni minime da rivalutare e assegno unico da rimodulare. Ma, come si dice in questi casi, la coperta è corta. Per questo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già alzato le mani e fatto presente che sarà complicato trovare le risorse aggiuntive. I fondi rimasti inutilizzati (circa 3 miliardi di euro) danno forma a un tesoretto troppo povero rispetto alle esigenze di spesa.
La maggioranza vuole rinnovare le misure introdotte nella scorsa Manovra (dal taglio al cuneo fiscale all’assegno di inclusione), per un costo di circa 15 miliardi. Solo il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi costerebbe oltre 9 miliardi… Il MEF punta anche a mantenere una vecchia promessa fatta in campagna elettorale e finora inevasa: meno tasse (e più detrazioni) per chi ha e fa figli.
Gli aiuti alla natalità sono fondamentali. Nei prossimi 15 anni, secondo tutte le stime, la popolazione in età lavorativa potrebbe ridursi di 5,5 milioni di unità (e ciò pur considerando un saldo migratorio netto di 170.000 persone l’anno). Una simile prospettiva metterebbe tutto il sistema economico in grave affanno. E per incentivare la natalità si sta ragionando sulla possibilità di cambiare le regole delle detrazioni fiscali e dare la possibilità a chi ha più figli a carico di pagare meno tasse.
Le agevolazioni arrivano in base al numero dei figli
Per farlo non si esclude appunto di poter eliminare o rivedere alcune detrazioni fiscali alle persone che non hanno figli. L’idea sarebbe quella di introdurre un quoziente familiare per le detrazioni. C’è già un costo stimato dell’operazione, stimato tra i 5 e i 6 miliardi di euro.
Finita dunque la stagione dei bonus. Come sottolineato più volte dalla stessa premier Meloni, d’ora in poi gli aiuti saranno più mirati. E ne beneficeranno soprattutto imprese e famiglie. Per le imprese i problemi principali sono il costo dell’energia e del lavoro. Si ragiona su un calo fino al 5% per la tassazione dei premi di produzione fino a 3.000 euro. Si parla poi di fringe benefit a 1.500 euro per tutti senza distinzione (finora la soglia massima di 1.500 euro valeva solo per genitori).
Per le famiglie, invece, si va verso una serie di agevolazioni fiscali in base al numero dei figli e a una rimodulazione dell’assegno unico. Si pensa a una riduzione per i redditi più alti e a un tetto unico valido per tutte le detrazioni in essere. Novità anche per il bonus mamme con lo stop ai contributi per le lavoratrici con due figli fino a dieci anni che potrebbe non essere riconfermato nel 2025.