Monti fa i conti alla Chiesa: Ici per tutti, tranne le no-profit

Lapresse

ROMA –  Anche la Chiesa “pagherà l’Ici“. Questa è la proposta del governo di Mario Monti. Saranno esentate dal pagamento della tassa sugli immobili solo le iniziative no-profit. La decisione arriva insieme alla celebrazione dei Patti Lateranensi di giovedì 16 febbraio, un’occasione per esaminare la nuova regolamentazione. Le esenzioni erano state introdotte nel 2005 dal governo di Silvio Berlusconi e riguardavano alberghi, scuole ed ospedali degli enti religiosi di non pagare la tassa se al loro interno è presente una semplice cappella. Un’esenzione che allo stato italiano costa almeno un miliardo di ero in meno l’anno e che si somma al 50 per cento di sconto sull’Ires. Privilegi che ora non saranno più concessi se non ad attività benefiche come oratori e mense per i poveri. In questo modo si spera di evitare una condanna da parte della Commissione europea, che nell’ottobre del 2010 aveva avviato un’indagine su tali privilegi, considerati un “aiuto di Stato”.

La proposta del governo è di scorporare per il fisco le attività commerciali da quelle no-profit. Se in un palazzo di 4 piani, uno è occupato dalla mensa dei poveri e gli altri 3 da un albergo, l’Imu sarà pagato per i tre piani “commerciali”. Il giro d’affari immobiliare del Vaticano muove circa 4 miliardi di euro l’anno, tra scuole private, palestre, ospedali ed alberghi gestiti da ordini religiosi o fondazioni che per gli enti laici rappresentano la concorrenza. I fabbricati esenti sono circa 100 mila, ma potrebbero essere molti di più, se si considera che solo a Roma un quinto degli immobili è di proprietà o gestito dalla Curia. Sono 140 nel Lazio le case di cura private, 800 le scuole, 65 le case di cura, 43 i collegi e 20 le case di riposo. A Milano invece le cliniche sono 120 e le scuole paritaria 450. Senza contare i 200 mila posti letto sparsi in Italia per il turismo religioso.

Il radicale Maurizio Turco spera che la Chiesa sia tenuta a versare le tasse non pagate nel periodo 2006-2011, che costituiscono una violazione delle regole Ue in materia. Turco ha già annunciato: “Se non ci sarà l’ordine di recupero del pregresso andremo in Corte di giustizia Ue”. Inoltre c’è un aspetto difficile da trattare: avranno obbligo di registrazioni tutte quelle strutture ecclesiastiche “fantasma”. Con lo stop all’esenzione sarà dunque necessaria anche una mappatura degli immobili della Chiesa. Se adesso si stima un’entrata di 400 milioni di euro nelle casse dello stato, mappando gli edifici non registrati le entrate potrebbero raggiungere il miliardo di euro.

Gestione cookie