Ici, maledetta seconda casa. Rendite catastali rivalutate del 15%

ROMA – Maledetta seconda casa. Sì, perché la nuova super-Imu, la versione aggiornata dell’Ici, sarà molto penalizzante per i possessori di seconde o terze case. Contestualmente saranno rivalutate almeno del 15% le rendite catastali per tutti gli immobili. Sulla prima casa l’imposta sarà graduata a seconda del reddito, con probabili esenzioni per quelli bassi. Cioè verranno stabilite detrazioni per i nuclei numerosi, per le fasce a basso reddito, per le famiglie dove siano presenti disabili o persone anziane.

Fino a oggi i valori dei beni immobiliari sono rivalutati ai fini del prelievo fiscale al 5%m fissato nel 1996: con la manovra di Monti saranno rivalutate al 15% o al 20% se le esigenze di cassa dovessero richiederlo. Dalla reintroduzione dell’Ici sulla prima casa il governo si aspetta entrate per 3,5 miliardi, con le rivalutazioni delle rendite catastali almeno 2 miliardi. Le maggiori entrate andranno a coprire ovviamente i saldi delle finanze pubbliche, ma una parte sarà utilizzata per la famosa crescita. Tassare cioè gli immobili per alleggerire il carico fiscale su imprese e lavoratori, secondo il principio di tassare le cose e non le persone.

Da un punto di vista politico, anche se i partiti non si sono ancora pronunciati, la nuova tassa dovrebbe non dispiacere il Pd che vede riconosciuto il principio di progressività nella tassazione. La super Imu, non differisce troppo dall’Ici del governo Prodi, progressiva appunto e con vaste aree di esenzione per i redditi bassi. Per il Pdl sarà più complicato mandar giù un’imposta che il governo Berlusconi aveva abolito del tutto come prima misura della sua azione nel 2008. Tuttavia, se si configura come una patrimoniale, il nome tabù è perlomeno mascherato. Discorso opposto varrà per le pensioni.

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