L’Italia è il Paese in Europa – almeno tra quelli presi in esame, ovvero 15 – in cui si registra la maggiore ostilità ad un aumento delle spese militari. Lo riporta l’ultimo sondaggio dello European Council on Foreign Relations (Ecfr), pubblicato in vista del summit Nato della prossima settimana. Con il 53%, gli italiani sono secondi solo a Bulgaria e Grecia nel ritenere “una cattiva idea” l’invio di nuove armi e munizioni all’Ucraina; il 57% degli intervistati crede poi che l’Europa dovrebbe spingere Kiev ad un accordo con Mosca, ancora dietro solo Grecia e Bulgaria. L’80% è contrario all’invio di truppe per combattere.
Al centro del summit della Nato ci sarà proprio l’esigenza di andare oltre il 2% di spese per la difesa, con l’Italia fanalino di coda insieme, ormai, a una minoranza di Paesi (solo 8 su 32) e di trovare un modo per assistere finanziariamente l’Ucraina per proseguire la guerra. L’attuale segretario generale Jens Stoltenberg ha proposto 40 miliardi l’anno, di fatto proseguendo lo sforzo attuale. Gli atteggiamenti nei confronti della guerra in Europa si possono suddividere in tre gruppi distinti: quelli che vogliono che l’Ucraina sconfigga la Russia (il “campo della giustizia”); quelli che vogliono che la guerra finisca il prima possibile (il “campo della pace”) e quelli che sono bloccati nel mezzo (gli “Stati indecisi”), precisa il rapporto. Gli intervistati in Estonia (68%), Svezia (54%), Polonia (50%), Gran Bretagna (46%) e Portogallo (42%) sostengono che “l’Europa dovrebbe appoggiare l’Ucraina nel combattere i territori occupati dalla Russia”. Gli intervistati che ritengono che “l’Europa dovrebbe spingere l’Ucraina a negoziare un accordo di pace con la Russia” sono più numerosi in Bulgaria (61%), Grecia (59%) e Italia (57%). Gli “Stati indecisi” dell’Europa sono Francia (il 30% a favore della guerra, il 36% a favore di un accordo di pace), Spagna (32% contro il 31%), Paesi Bassi (36% contro il 31%), Germania (31% contro il 41%), Svizzera (29% contro il 42%) e Repubblica Ceca (34% contro il 46%).
“La cosa sorprendente dell’opinione pubblica nei confronti dell’Ucraina, è la sua stabilità: mentre il conflitto non si è congelato, per molti aspetti gli atteggiamenti dei cittadini sì”, nota Ivan Krastev, coautore dello studio e presidente dell’Ecfr. “Il sostegno pubblico alla fornitura di munizioni all’Ucraina sta resistendo ma la maggioranza degli europei si oppone all’invio di truppe occidentali in Ucraina”. Questa, va sottolineato, vale anche per i Paesi più ‘bellicosi’, come Polonia ed Estonia. Le cose però cambiano se dovesse trattarsi di altri compiti (come l’assistenza tecnica ai soldati ucraini o il pattugliamento del confine con la Bielorussia). In quel caso l’opposizione dei cittadini europei non sarebbe alta, Italia compresa (il 38% circa si dice favorevole).