Il “buon” fisco di Tremonti: evadi, scudi e godi

Giulio Tremonti

È un ministro del Tesoro davvero soddisfatto, anzi proprio contento quello che si offre a giornalisti e telecamere dopo il voto della Camera:«È una grande manovra». La legge finanziaria appena approvata? No, non proprio quella, Tremonti parla dello scudo fiscale: «Fa bene all’economia, tiene aperti i capannoni e le aziende» . A Tremonti non piacciono solo e tanto le cifre dello “scudo”, insomma quanti miliardi di euro rientreranno in Italia dopo essere stati “esiliati” all’estero dai loro padroni per sottrarli alla legge e alle tasse, il ministro è fiero e orgoglioso del principio:«Non importa tanto quanto saranno le cifre», quel che conta sono l’idea e il metodo.

Ecco dunque il “bel” fisco secondo Tremonti, quello sano e giusto. Si riassume in tre mosse: evadi, scudi e godi. Prima accumuli soldi non pagando le tasse, li porti all’estero, crei così un “sano ” capitale che altrimenti non ci sarebbe. Poi, quando corri il rischio che quel capitale renda di meno perchè c’è la crisi finanziaria e perchè la finanza non “tira” più come prima, allora “diversifichi”. Paghi una sorta di “bollo sul passaporto” del denaro esportato, un cinque per cento, e che vuoi che sia? Se avevi pagato le tasse, minimo avresti dovuto pagare il 30 per cento. Hai risparmiato il 25 e passa per cento, un buon investimento. E infine metti quei soldi puliti e lavati nel “tuo” capannone e nella “tua” azienda. Spiega Tremonti che interesse privato e interesse nazionale così coincidono.

Estendendo il principio, il metodo e l’idea, così tanto per semplificare, si potrebbe sostenere che se, dopo una rapina riuscita, pago una multa e uso il resto dei soldi per comprami una macchina o una casa, allora alla resa dei conti “sostengo” l’industria o l’edilizia. È proprio la stessa cosa ma, detta così, non si può dire: Tremonti si offende e ti spiega che non capisci nulla di economia e di “grandi manovre”.

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