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Economia

Il debito pubblico degli italiani che pensano alle vacanze: le dieci panzane che ci illudono prima del crac

Il debito pubblico degli italiani che pensano alle vacanze: le dieci panzane che ci illudono prima del crac.

In Italia il debito pubblico ha toccato l’ennesimo record di tre mila miliardi. I principali responsabili sono facilmente individuabili: quelli che hanno concesso il reddito di cittadinanza e il superbonus, hanno innalzato i limiti dell’età pensionabile e imposto una politica green da realizzarsi nel breve periodo.

In pratica, tutti i partiti della Seconda Repubblica. La Convenzione di Dublino, secondo cui il Paese che deve prendere in carico l’immigrato è quello di arrivo, è stata approvata durante il Governo Letta del 2013, governo al quale partecipava un agglomerato spurio di sigle: il Pd, l’Udc il PDL/Forza Italia. Si è trattato dell’Accordo più costoso in assoluto per le nostre casse erariali, al quale non esiste rimedio.

I falsi miti sul debito italiano

Il debito pubblico degli italiani che pensano alle vacanze: le dieci panzane che ci illudono prima del crac – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Chi sono i partiti che alzano la voce contro il governo Meloni, perché il debito pubblico è diventato insostenibile? I Pentastellati, il Pd, gli altri i partiti del “campo largo” e Italia Viva, ossia i principali responsabili della voragine dei nostri conti pubblici. Salvini fa storia a sé: è l’unico uomo politico al mondo disposto ad opporsi tenacemente ad un governo da lui stesso diretto, qualora individui un gruppo di “twittatori” sui social che lo richiedano.

A queste formazioni politiche è sembrato che uno dei modi più ovvi con il quale lo Stato avrebbe potuto promuovere il benessere dei suoi cittadini fosse quello di garantire privilegi diffusi. Questa tendenza “filosofica” alla distribuzione diretta di utilità da parte dello Stato, assicurava “contributi pubblici” ai produttori di auto, di elettrodomestici, di abitazioni, e di ogni categoria economica e sociale. In questo modo siamo giunti ad adottare la contradditoria politica dei “privilegi speciali per tutti” che, lo capiscano anche i bambini, determina un elevato debito pubblico.

Una volta che si sia formato un pesante debito governativo, vi è l’alternativa tra il soddisfarne gli obblighi o il trascurare di farlo. Se gli obblighi vengono rispettati, si ha l’imposizione di tasse elevate; in caso contrario, come era accaduto in Argentina, ne resta menomato il credito governativo e la credibilità dell’intera Nazione.

Le favole raccontate al popolo.

Prima panzana: il debito pubblico non è un debito reale, in quanto è «dovuto a noi stessi». Gli imprenditori in competizione nel mondo, non credono che il debito pubblico possa essere esteso senza che venga mai il giorno della chiusura dei conti e se dovrà essere pagato in tasse, essi si vedono come i più probabili contribuenti. In altre parole, in caso di imposte straordinarie per coprire il deficit, non saranno i percettori di sussidi statali a farvi fronte, bensì la classe media che già paga le aliquote massime ed ha un patrimonio alla luce del sole.

Seconda panzana: l’estensione delle spese è basata su previsioni di incremento della produzione nazionale e del gettito tributario conseguente. Il fatto stesso dell’aumento del deficit sta a dimostrare che quelle previsioni non si sono mai realizzate.

Terza panzana: il principio che il reddito di cittadinanza avrebbe creato una maggiore capacità di spesa interna con ricadute benefiche per lo sviluppo economico non ha avuto alcuna prova concreta. Un reddito di cittadinanza si può concedere durante un ciclo di boom economico, quando il sistema produttivo genera surplus di risorse. In periodo di crisi, le risorse destinate al reddito di cittadinanza sono sottratte alla sanità, alla scuola, alla sicurezza.

Quarta panzana. Le pensioni anticipate avrebbero aperto spazi occupazionali per le giovani generazioni: ci si è accorti che l’anticipato riposo non generava nuovi posti di lavoro. Le continue proroghe della legge Fornero, danneggiano le imprese più produttive. Rinviare l’età pensionabile aumenta il debito pubblico e apre prospettive per l’introduzione di una “patrimoniale”. Saranno proprio gli imprenditori e i contribuenti del nord i primi a dover pagare questo balzello straordinario.

Lavoraremeno, lavorare tutti

Quinta panzana. Gli uffici studi dei sindacati affermavano che un minor numero di ore lavorative ed un maggior numero di ore di riposo avrebbero aumentato la produzione. In sostanza, si poteva lavorare di meno e dedicarsi ai propri hobby, guadagnando gli stessi importi di prima. Nessuno può continuare indefinitamente ad aumentare la produzione lavorando meno, perché i vantaggi e l’efficienza per ora-uomo saranno presto o tardi soverchiati dall’effetto contrario della riduzione di ore lavorative. Se uno sceglie di lavorare di meno dovrà ricevere minori compensi.

Sesta panzana. Il partito della spesa e delle tasse afferma che una patrimoniale dovrebbe essere accolta con benevolenza dai benestanti che devono risolvere per primi i problemi delle classi disagiate. Un principio etico e non economico, che può anche essere accettato come giusto e praticabile. Tuttavia, chi ci garantisce che dopo la patrimoniale non si riprenderanno le vecchie dissipazioni?

Nel 1992, Amato aveva salvato il paese intervenendo con un prelievo forzoso in una sola notte sui conti correnti degli italiani. La patrimoniale serviva per pagare gli stipendi pubblici e non dichiarare “bancarotta”. I partiti della seconda Repubblica, censori delle dissipazioni trascorse, hanno subito ripreso ad aumentare il debito pubblico a livelli mai visti prima.

Settima panzana: l’Imu, la patrimoniale che grava sugli immobili, è pagata in tutta Europa con aliquote maggiori della nostra. Non è vero: solo in Italia, la tassazione patrimoniale sugli immobili è stata estesa alle piattaforme marine, ai capannoni industriali su fabbricati strumentali, agli impianti fotovoltaici, a qualsiasi forma di occupazione di spazi compresi le casette di legno nei giardini e i loculi cimiteriali.

Ottava panzana: il globalismo economico favorirà le imprese più competitive. Quando una multinazionale tedesca mette in gara le commesse tra le aziende che fanno “traduzioni”, un italiano o un tedesco costa almeno otto centesimi di euro a parola mentre un cinese o un indiano costa meno di un terzo. Risultato: i traduttori italiani si convertono a fare gli accompagnatori dei turisti per sopravvivere.

Questo avviene in moltissimi settori che perdono professionalità. La posizione dominante dei cinesi o degli indiani sta nel fatto che essi possono permettersi prezzi bassi, perché nei loro paesi la frutta, il pesce, la carne o gli affitti costano un decimo rispetto all’Europa e le imposte non superano il 25%.

Quando questi competitori si insediano in Italia formano comunità che sono fornite da negozianti che importano i beni di consumo dai loro paesi d’origine a prezzi contenuti perché le loro catene commerciali non sono gravate da oneri parassitari. Costa di meno importare prodotti dalla Cina o dall’India rispetto alla catena commerciale tra l’Agro Pontino e il mercato di Roma

Moltiplichiamo il caso dei traduttori per mille e avremo un quadro chiaro della nostra perdita di competitività come sistema paese. Tutto ciò in cambio del fatto che i cinesi acquistano auto “mercedes” dai tedeschi o abiti alla moda dagli italiani.

Nona panzana. La politica green risanerà il pianeta. Il caso più eclatante della politica green si ha con le batterie elettriche. La Cina resta tra i più grandi inquinatori della natura perché conserva le proprie acciaierie a carbone e impiega i relativi utili per finanziare le aziende che ci vendono queste batterie elettriche. Noi speriamo di rendere più respirabile la nostra aria e loro continuano ad inquinare più della metà del pianeta.

Comunismo e sviluppo

Decima panzana universale. Ci hanno fatto credere per tanti anni che l’Occidente era la patria del benessere e della democrazia e che il comunismo era stato sconfitto. Accade oggi che il più grande paese comunista nella storia, la Cina, sta raggiungendo livelli di produzione mai visti. Ci hanno fatto credere che il nazismo era finito, ma nelle città europee e americane si assiste ad una recrudescenza di episodi fascisti che sono affrontati con le tecniche del “politicamente corretto”.

In Finlandia stanno costruendo bunker antiatomici e distribuiscono lo iodio agli abitanti, in attesa dell’attacco nucleare di Putin. La Polonia spende in armamenti le proprie risorse disponibili. In questo terribile scenario mondiale, il problema del popolo italiano è quello di godersi vacanze esotiche.

Giorgio Oldoini

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