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Il lavoro ideale per la Gen Z: ben pagato e flessibile. Buona fortuna…

Il lavoro ideale? Lo stipendio, certo, ma anche la flessibilità. È questa la formula della perfetta offerta di lavoro secondo la Generazione Z. A svelarla sono stati proprio loro, 2.500 studenti delle scuole superiori che hanno partecipato alla terza edizione dell’osservatorio “Giovani e Orientamento”, un’indagine condotta da Skuola.net in collaborazione con Gi Group. Dovendo, infatti, indicare le caratteristiche più importanti che un’occupazione dovrebbe avere per essere appetibile, le ragazze e i ragazzi prossimi a entrare nel mercato lavoro si distribuiscono così: ben 2 su 3 selezionano l’affinità con le proprie passioni, solo secondariamente – citata da quasi 6 su 10 – viene l’entità dello stipendio, mentre 1 su 2 vorrebbe poter trovare il giusto equilibrio tra vita privata e vita professionale (il cosiddetto “work-life balance”).

L’indagine

Un altro è, però, l’elemento che sembra mettere d’accordo pressoché in blocco la generazione: la “flessibilità”, di orario o location, giudicata importante se non fondamentale da ben 8 su 10. Questo perché, secondo la GenZ, lo stipendio non va accantonato in banca o in fondi, ma serve soprattutto per poter costruire un progetto di vita, con o senza partner, oppure per godersi la vita viaggiando e sfruttando il tempo libero.

L’articolazione preferita degli impegni lavorativi? Di gran lunga quella in presenza, ma con la “settimana corta” o, in alternativa, un buon part-time. Gli obiettivi che ragazzi e ragazze hanno in mente sono quelli di raggiungere quella stabilità personale ed economica che, in tempi recenti, sembra più un’utopia: la mette in cima alla lista il 34% degli intervistati. L’esigenza di avere gli strumenti per permettersi di mantenere una casa, una famiglia, magari con figli, si avverte in modo ancora più forte all’interno della componente femminile – ovvero quella fascia sociale che quasi sempre fa più fatica a raggiungerla – laddove arriva al 38% delle preferenze.

Insomma, la Gen Z sogna ma dovrà presto scontrarsi con la realtà italica che non rispecchia proprio le caratteristiche citate. Che dire, buona fortuna ragazzi. Forse, ma forse, vi conviene emigrare. Qui, nel nostro Paese, si viaggia in tutt’altra direzione.

Gianluca Pace

Laureato in Storia contemporanea, a Blitz quotidiano dal 2011. Qui mi occupo, si fa per dire, di quel che accade in questa misera Italia e nei dintorni. Con queste poche righe dovrei mettere in risalto, con un po’ di ironia e senza farlo notare troppo, le mie poche qualità. Ma insomma, alla fine che ci frega?

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