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Il nuovo problema delle città si chiama autobesità: serve una dieta per le macchine extralarge

Anche in Italia bisogna cominciare a fare i conti con l’autobesità: le nuove macchine sono troppo pesanti, impattanti e pericolose.

Una Fiat 500, l’auto più diffusa in Italia negli anni ’60, pesava circa 530 chilogrammi, era lunga meno di tre metri, alta poco più di un metro e due. La precisa larghezza era di 1,38 metri. Nel 2024, una delle vetture più vendute nel nostro Paese è stata la Jeep Avenger, un SUV che pesa una tonnellata e quattro, lunga più di quattro metri, alta uno e cinque e larga uno e sette. Le auto sono ingrassate parecchio negli ultimi anni…

La tendenza si è sviluppata dapprima negli Stati Uniti, dove già dagli anni ’90 ci si preoccupa del fenomeno del car bloat, anche noto come autobesity (che in Italia traduciamo con l’orribile lemma di autobesità). Lo stesso problema si è diffuso anche in Europa, ma solo a partire dal nuovo millennio. In generale, sembra chiaro tutti che le auto stiano continuando ad allargarsi in termini di dimensioni e peso medi.

Parlando solo di peso, i dati dicono che le auto vendute in Europa rivelano un aumento del 21% tra il 2001 e il 2022. Negli Stati Uniti, SUV e pick-up rappresentano ormai oltre il 75% delle nuove vendite (nel 2025 si prevede lo sfondamento di quota 80%, una percentuale doppia rispetto al 2009 quando si era fermi al 38%).

L’obesità veicolare è un male da combattere. Un pericolo per l’ambiente, anche in presenza di veicoli elettrici, dato che le auto più pesanti determinano comunque un consumo energetico maggiore e rilasciano più particelle dannose dagli pneumatici e dai freni (è il problema, serissimo, delle emissioni non di scarico). Per le auto a benzina e diesel, più pesante è la carrozzeria più il veicolo tende a consumare carburante, aumentando di conseguenza le emissioni di CO2.

La città appesantita da SUV e macchinoni: l’autobesità preoccupa anche le strade italiane

Data la loro minacciosa mole, i SUV esprimono una maggiore energia cinetica: se impattano un altro veicolo creano grossi danni. Inoltre, come facilmente intuibile, i veicoli più alti hanno maggiori probabilità di investire i pedoni colpendoli alla testa e al busto. Peggio ancora: l’altezza impedisce di vedere i bambini più piccoli che transitano al di sotto della linea visiva del conducente. E non è tutto, purtroppo…

Rivian, un SUV da 3,5 tonnellate
La città appesantita da SUV e macchinoni: l’autobesità preoccupa anche le strade italiane (Foto: Ansa) – blitzquotidiano.it

I veicoli più grandi, come dimostrato da vari studi, rivelano maggiori probabilità di colpire i pedoni quando svoltano a causa della scarsa visibilità: i SUV con il cofano anteriore più alto e profilo smussato hanno il 45% in più di probabilità di causare vittime in incidenti con pedoni rispetto alle auto e ai camion più piccoli. E non è un caso che le vittime della strada fra i pedoni siano aumentate di più del 50% nell’ultimo decennio. La cronaca negli ultimi mesi si è occupata spesso di morti connesse a incidenti provocati da SUV. Gli episodi sono in costante aumento.

Gli Stati Uniti sono strutturati su un sistema stradale di vie larghissime con scarsi problemi di parcheggio. Da noi in Italia, quello del parcheggio è un problema molto più sentito, e l’autobesità è fondamentalmente incompatibile con gli spazi delle nostre strade. I SUV non si adattano ai limiti consentiti e spesso devono occupare lo spazio in cui entrerebbero due vetture.

L’anno scorso a Parigi hanno deciso di applicare tariffe di parcheggio più elevate per i SUV. E non è una scelta sbagliata. L’UE  starebbe invece pensando di introdurre una nuova patente di guida di categoria B+ per le auto che pesano più di milleottocento chili. E anche in questo caso non sembra che sia del tutto insensato.

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