Al Sud ci sono più pensionati che lavoratori. Lo afferma la Cgia di Mestre nella sua rilevazione settimanale. Se a livello nazionale il rapporto ormai è di uno a uno – sostiene la Cgia -, nel Mezzogiorno, invece, il sorpasso è già avvenuto.
Se il trend resterà questo, ed è molto probabile, resta da chiedersi cosa ne sarà del Meridione nei prossimi cinquant’anni.
In Italia i pensionati sono 22.772.000 e i lavoratori sono 23.099.000. Ma nelle regioni del Sud e delle Isole, le pensioni pagate ai cittadini sono 7.209.000, mentre gli addetti sono 6.115.000.
Le cause per la Cgia sono tre fenomeni strettamente correlati fra di loro: la denatalità, l’invecchiamento della popolazione e la presenza dei lavoratori irregolari. La combinazione di questi fattori sta riducendo progressivamente il numero dei contribuenti attivi e, conseguentemente, ingrossando la fila dei percettori di welfare.
Per riequilibrare il sistema, soluzioni miracolistiche non ce ne sono, sottolinea la Cgia, e ancorché fossero disponibili, i risultati li avremmo non prima di 20-25 anni. Tuttavia, con sempre meno giovani e sempre più pensionati, il trend può essere invertito in tempi medio-lunghi solo allargando la base occupazionale. Innanzitutto portando a galla una buona parte dei lavoratori “invisibili” presenti nel Paese. Si tratta di coloro che svolgono un’attività in nero: secondo l’Istat, ammontano a circa 3 milioni di persone.
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