La legge di bilancio ridurrà le risorse destinate al Sud di circa 5,3 miliardi di euro nel triennio 2025-2027. In particolare, la fine della decontribuzione Sud porterà alla perdita di 25.000 posti di lavoro. La stima è fornita dallo Svimez, l’associazione che studia le condizioni economiche e industriali del Mezzogiorno.
La previsione ha suscitato preoccupazione in Carmelo Rollo di Legacoop Puglia, che chiede l’intervento di Raffaele Fitto, neo vicepresidente della Commissione europea: “La cancellazione della decontribuzione Sud dal primo gennaio 2025 è drammatica per le regioni del Mezzogiorno. Chiediamo a Fitto di sostenere questa misura a Bruxelles e di lavorare affinché diventi uno strumento a lungo termine, orientato agli investimenti”. Rollo aggiunge: “La cancellazione ha sottratto al Sud 12,2 miliardi, di cui 5,9 miliardi solo nel 2025, e 10,7 miliardi sono stati spostati su crediti d’imposta, come quelli delle Zes (zone economiche speciali)”.
Il presidente di Legacoop Puglia spera nell’intervento del neo commissario al fine di evitare che le risorse destinate al credito d’imposta vengano utilizzate per finanziare grandi insediamenti industriali. “A chi pensa che la decontribuzione fosse una misura assistenziale e che le risorse vengano compensate dai bonus del decreto legge Coesione, ricordo che queste erano già destinate al Sud dal Piano nazionale giovani, donne, lavoro 2021-27”.
Anche Natale Mazzucca, vicepresidente di Confindustria per le politiche strategiche per lo sviluppo del Mezzogiorno, lancia l’allarme, evidenziando che “la decontribuzione è stata la principale misura di sostegno al sistema produttivo meridionale. Senza di essa, la base occupazionale rischia di indebolirsi. La nuova misura proposta dalla Legge di Bilancio è ancora incerta, ma dovrà essere altrettanto efficace nel ridurre i divari di competitività e semplice da utilizzare per le imprese. Confindustria è pronta a contribuire alla costruzione di questa nuova misura, auspicando che il negoziato con l’Europa porti a una soluzione positiva”.
Il Sud cresce più del Nord
Il rapporto Svimez sottolinea che il Mezzogiorno crescerà più del Centro-Nord per il secondo anno consecutivo. Il Pil al Sud è previsto aumentare dello 0,9% nel 2024, rispetto allo 0,7% nel resto del Paese. A svolgere un ruolo decisivo è il Pnrr che contribuirà per 1,8 punti di Pil nel periodo 2024-2026. Nonostante ciò, si riduce lo scarto di crescita favorevole al Sud rispetto al 2023. A partire dal 2025, l’Associazione avverte dei rischi di un ritorno a una crescita più debole al Sud, a causa del rientro dalle politiche di stimolo agli investimenti e di sostegno ai redditi delle famiglie.
Sicilia al top in Italia per crescita Pil
Tra le regioni del Paese, spetta alla Sicilia il primato per crescita economica nel 2023, col Pil in rialzo del 2,2% e davanti al Veneto con l’1,6%. Il dato emerge ancora dal rapporto Svimez. Anche in termini di variazione percentuale dell’occupazione, tra il 2019 e 2023, la Sicilia si piazza sul podio con il 5,2% condividendolo con la Liguria (5,2%), superata solo dalla Puglia col 6,2%. A trainare l’occupazione è stato il settore delle costruzioni, +48,1%, a seguire industria in senso stretto 13,8%, servizi 1,8% e agricoltura 0,7%.