Impregilo: surplace, in attesa della mossa Salini

Pubblicato il 6 Aprile 2012 - 20:33 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Non e' attesa la lettera con la quale i Salini, nell'ultimo giorno disponibile, avrebbero potuto chiedere la revisione dell'ordine del giorno della prossima assemblea, in cui ridiscutere la composizione del Consiglio di amministrazione del maggior 'general contractor' italiano, e quindi aprire ufficialmente lo scontro con i Gavio per il suo controllo.

Una scelta che fonti finanziarie avevano gia' anticipato, in quanto il costruttore romano starebbe puntando su tempi piu' lunghi: o la richiesta di un'assemblea straordinaria o un'intesa con i Gavio. Oppure, ipotesi piu' remota, il lancio di un'Offerta pubblica di acquisto. Ma quella dell'Opa rimane una strada complicata ''per molte ragioni'', afferma la maggioranza degli operatori di Piazza Affari che segue il comparto.

C'e' invece piu' curiosita' per la diffusione del piano 'industriale' o di fusione con Impregilo dei Salini: in un primo momento era stata fatta trapelare la data del 23 aprile prossimo, ma al momento il giorno della presentazione, che dovrebbe svolgersi comunque a Milano per vicinanza al mercato finanziario cui ci si rivolge, non e' ancora stato ufficializzato. Cosi' chi fa i conti sul dossier Impregilo per ora si concentra su un elemento cruciale: il prezzo di carico delle azioni.

Salini le ha infatti rastrellate sul mercato a un prezzo piu' basso rispetto alla media (stimata tra i 3,2 e i 3,4 euro) in carico ai Gavio. Quindi, se il costruttore romano avesse le disponibilita' per lanciare, magari a debito, l'Opa poco sopra i tre euro, potrebbe ricevere la contromossa del gruppo piemontese, che dispone di maggiore liquidita', attorno a quota 3,65 euro, alla quale hanno valutato i titoli Impregilo quando hanno rilevato le quote della controllante Igli agli ex soci Ligresti e Benetton.

Ma questi sono conti – che permetterebbero ai Salini di lasciare la partita con un buon guadagno – per ora solo teorici, in quanto nessuno dei due contendenti vuole arrivare all'Opa, molto onerosa e certamente inutile quando si puo' controllare un gruppo con un pacchetto azionario di poco inferiore a quel 30% che e' il limite oltre il quale si deve lanciare l'Offerta pubblica di acquisto.

Con la situazione che al momento e' questa: Igli al 29,95%, Salini al 25,37%. Piu' i fondi oltre la soglia rilevante, cioe' Mckinley al 2,30% e Amber al 2,19%.

E che tutti valutino l'Opa come 'extrema ratio' il mercato lo sa bene: negli ultimi dieci giorni il titolo, dopo che da meta' settembre aver raddoppiato il suo valore, ha infatti ceduto oltre l'8%. E le parti si sono messe in 'surplace', con il confronto che procede con contatti informali, attraverso terzi, e contemporanee schermaglie, come la timida apertura alle minoranze decisa dall'ultimo Cda di Impregilo, per ora rifiutata dai Salini. Ma senza arrivare allo scontro aperto, sperando sempre di trovare un accordo.