Imprese, occupati in calo nel 2011

ROMA, 27 LUG – Il 2010 e' stato difficile. Il numero degli occupati nel settore industriale e' calato del 2,2%. Il settore dei servizi ha sofferto meno (-0,6%), consegnando cosi' alle statistiche una riduzione complessiva dell'1,4%. Ma quest'anno non sara' di svolta.

Il lavoro soffre ancora: la contrazione ulteriore sara' dell'1% sul settore manifatturiero, con punte del 2,3% al Sud. Il peso maggiore sara' per le industrie tessili e delle calzature, che perderanno il 2,2% dei lavoratori, e per le Pmi, che registreranno una contrazione dell'1,4%.

E' la fotografia a tinte fosche realizzata dalla Banca d'Italia che ha compiuto un'indagine sulle imprese industriali e dei servizi, nella quale si esamina non solo la situazione occupazionale, ma anche le aspettative, il fatturato, l'indebitamento delle societa' intervistate.

2010 DIFFICILE: La media d'anno mostra una flessione dell'1,4% rispetto all'anno precedente, il 2,2% nell'industria, lo 0,6% nelle imprese. A soffrire di piu' sono state le imprese del Nord-Ovest (-2,9%), seguite da quelle del Nord Est (-1,9%), da Centro e Sud (entrambe a -1,3%).

CROLLO NON SI FERMA: Ma anche quest'anno il crollo occupazionale prosegue. Nessun miglioramento per l'industria che segna un ulteriore calo dell'1%. Ma come sempre la media non mette a fuoco dove piu' forte e' la crisi. Dopo il Nord-Ovest quest'anno tocca al Sud, per il quale e' stimato un calo del 2,3%. L'identikit dell'impresa con difficolta' occupazionali indica le imprese tra 50 e 200 dipendenti (-1,4%). Soffre di piu' il settore tessile (-2,2%) ma anche quelle metalmeccaniche registrano una flessione dell'1,2%, piu' alta di quelle della chimica (1%) e del settore energetico (-0,4%). Saldo zero, invece, e' previsto per il settore dei servizi.

CONTRATTI? A TERMINE: Il turn over del 2010 mostra che a fronte del 10,2% di cessazioni sul totale dell'occupazione, c'e' stato una quota di assunzioni pari all'8,4%. Ma cambia la composizione del lavoro: tra le assunzioni ci sono il 3,4% a tempo indeterminato e il 5% a tempo determinato. Tra i motivi delle cessazioni, invece, quelle per fine contratto a termine erano pari al 4,8% del totale. Nel complesso i lavoratori a tempo determinato rappresentano il 7% del totale (l'8% nei servizi), gli interinali l'1,8% e gli stranieri il 5,2% (con una quota del 6% sul totale nei servizi e del 4,5% nell'industria)

MA FATTURATO 2010 CRESCE: Il fatturato in termini reali è aumentato dell'1,1%; alla crescita delle imprese del settore industriale (+3,5%), in particolare quelle più orientate all'esportazione, si è contrapposta la flessione del settore terziario (-1,1%). E' aumentata rispetto al 2009 la quota di imprese in utile (dal 53 al 57,8%) ed è al contempo diminuita quella delle imprese in perdita (dal 30,5 al 25,5%).

INVESTIMENTI, 2011 IN CALO: Gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 3,5% nel 2010 (0,7% nell'industria, 6,8% nei servizi) ma i programmi per il 2011 prefigurano una lieve flessione degli investimenti (-0,9%).

PIU' DEBITI: E' risultato in lieve aumento il ricorso all'indebitamento bancario. Inoltre nei giudizi delle imprese prevalgono quelli che indicano un deterioramento delle condizioni di indebitamento tra la prima e la seconda metà del 2010. Il 19% delle imprese segnala un peggioramento, contro il 7,7% che segnala un miglioramento.

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