Imu 2013, alle imprese aumenti fino al 120%. Sospensione, sconti?

imu capannoniROMA – Non solo prime case. Ma anche gli immobili strumentali delle imprese e ai fabbricati agricoli. Il rinvio della prima rata dell’Imu 2013 di giugno potrebbe non limitarsi alle sole abitazioni principali. E l’ipotesi dello slittamento del pagamento, in attesa di una rivisitazione profonda della tassazione immobiliare, potrebbe essere estesa anche ad altri beni immobiliari.

Anche perché al momento non costa nulla. D’altronde, la stretta fiscale rispetto alla precedente Ici sugli immobili strumentali di attività industriali e produttive è cresciuta a livelli insostenibili specie considerando le difficoltà di accesso al credito attuali. I numeri sono impietosi. La Cgia di Mestre ha calcolato gli incrementi di esborso fiscale su capannoni, uffici e negozi.

Capannoni. La prima rata dell’Imu sui capannoni subirà, rispetto a quella versata nello stesso periodo dell’anno scorso, un aumento medio nazionale del 35%. Ma per 38 Comuni capoluogo di Provincia su 101 presi in esame, l’incremento della prima rata sarà addirittura del 51%. Tra queste 38 amministrazioni gli Artigiani segnalano che in valore assoluto gli aumenti più significativi si registreranno a La Spezia (+3.647 euro rispetto al 2012), a Taranto (+1.736 euro) e a Brescia (+1.472 euro).

Uffici e negozi. Per le attività produttive l’Imu è stata una vera e propria stangata. Rispetto a quando si pagava l’Ici, l’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha misurato gli aumenti di imposta subiti dal mondo delle partite Iva e dagli imprenditori con l’introduzione dell’Imu. L’anno scorso gli uffici dei liberi professionisti hanno pagato quasi il 128% in più, i negozi commerciali il 123,5%, i laboratori artigianali oltre il 93%, gli alberghi quasi il 71%, i centri commerciali e i piccoli/grandi capannoni industriali attorno al 70%.

Il problema, non risolvibile dal governo, è nell’aumento generalizzato delle aliquote cui sono ricorse le amministrazioni comunali per far fronte al minor gettito Imu (metà gettito prima casa va allo Stato). Il governo può, invece, ripensare il moltiplicatore che stabilisce il valore catastale (l’imponibile): quel coefficiente, che si applica a capannoni e alberghi, era stato aumentato da 60 a 65 (per l’Imu 2013): aumento che potrebbe essere accantonato con uno sconto alle imprese stimabile in un 8,3%. Un esempio:

“Un capannone di 2 mila metri quadri a Roma, del valore di 3.086 (aliquota 2012 all’1,06%), senza l’aumento del moltiplicatore l’acconto sarebbe di 16.358 euro, con un saldo di eguale importo, mentre con il ritocco l’acconto sarebbe di 17.720 euro, con un saldo identico.” (Corriere della Sera, Valentina Santarpia, 13 maggio)

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