ROMA – Imu, fregatura in arrivo: il Governo la “rimodulerà”, ma per fare somma zero si inventerà una nuova tassa, chiamata all’inglese “service tax” (che non faccia fare a Enrico Letta la fine che fece fae a Margareth Thatcher la infame “poll tax” un’imposta che metterà assieme Imu sulla prima casa, Tares, e la maggiorazione sulla nuova tassa rifiuti per i “servizi indivisibili” (illuminazione, marciapiedi ecc.).
Con una mossa che ha l’obiettivo anche di svuotare il potenziale elettorale della vittoria di Berlusconi sul piano nazionale, dovrebbe essere introdotta la possibilità di affidare l’applicazione della nuova imposta direttamente ai Comuni, lasciando ai sindaci il compito, onere ma anche onore, di definire esenzioni, aliquote e sconti da concedere a contribuenti e imprese.
Si conclude così con un autogol il grande polverone sollevato da Berlusconi sulla Imu: pagheranno i suoi elettori più affezionati, si presume quelli con un piccolo o grande patrimonio immobiliare, saranno felici i descamisados che un po’ di pullman hanno scaricato domenica 4 agosto davanti a palazzo Grazioli, dove berlusconi abita a Roma, per la patetica messinscena delle lacrime finte.
In ogni caso, informa Marco Mobili sul Sole 24 Ore, su
“Imu e Iva «entro il 31 agosto ci sarà la parola fine», come ha confermato lo stesso premier Enrico Letta”, mentre sul tavolo del Governo c’è sempre la rimodulazione dell’attuale franchigia dell’Imu da elevare fino 600 euro ma a determinate categorie di proprietari”.
Anche in questo caso, vittoria dei descamisados di Berlusconi.
Per indorare la pillola, il Governo fa anche sapere, sempre a quanto ha scritto Marco Mobili, che
“per cavalcare la ripresa sta lavorando a un “decreto del fare 2” con interventi ad hoc per sostenere il rilancio dei mutui “prima casa”,
buttata lì, en passant, senza altri dettagli.
Torniamo alla Imu:
“Tra le possibili soluzioni per “superare” la Imu sull’abitazione principale, una delle più accreditate all’Economia è l’intervento in due tappe con la cancellazione definitiva dell’acconto, soltanto sospeso da giugno scorso, da realizzare al primo Consiglio dei ministri utile dopo la pausa estiva (28 agosto la data più credibile) e comunque sia prima del 31 agosto. In quell’occasione dovranno essere comunque recuperati i 2,4 miliardi necessari per cancellare metà dell’Imu 2013 su abitazioni principali, alloggi popolari, terreni e beni strumentali agricoli. Il nodo resta sempre quello delle risorse e che allo stato verrebbero recuperate da tagli selettivi, magari andando a pescare tra le misure di agevolazione che oggi impattano sullo stesso settore immobiliare.