ROMA – Imu 2013 e Nuovo Catasto: +60% vale la casa, rendita depurata dalle spese. Autonomia fiscale dei comuni e riforma del Catasto vanno insieme: la nuova Imu, anche nella versione sterilizzata sulla prima casa o con più alte detrazioni, sarà integrata alla tassa sui rifiuti e sui servizi ma ha bisogno di un più aggiornato sistema di valutazione patrimoniale. E’ chiaro che la tassa unica, agendo su un catasto riformato a saldi invariati (cioè con una previsione di gettito inalterata) farà crescere la tassa sulle seconde case: gli inevitabili aumenti delle rendite catastali aggiornate ai valori di mercato saranno neutralizzati solo in parte sulle prime case.
Fra l’altro molte città hanno scelto di inasprire il contributo sulle seconde case con i sindaci che sono costretti a decidere per l’aliquota massima del 10,6 per mille. Con i nuovi conti del catasto, il mattone varrà il 60% in più. Per calcolare l’impatto sull’Imu. si valuteranno i livelli di mercato degli ultimi tre anni. A Roma possibile rivalutazione del 44,5%.
Il quale valore patrimoniale, al quale si lega quello catastale che serve alla determinazione del tributo, sarà correlato alla superficie dell’unità immobiliare e non più al numero dei vani, criterio attualmente utilizzato. I nodi di questa riforma di cui il Comitato ristretto che elabora il nuovo testo della Delega fiscale presieduto da Daniele Capezzone (Pdl) sono molti: valore patrimoniale e rendita catastale, il federalismo catastale e le commissioni censuarie incaricate di definire i nuovi valori, le tutele per i contribuenti e il diritto a poter contare su giudizi terzi, la revisione delle stime sugli immobili storici.
Valore patrimoniale e rendita catastale. La determinazione dei valori partirà da funzioni statistiche, dice il disegno di legge, “atte ad esprimere la relazione tra valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale anche all’interno di uno stesso comune”. base del calcolo saranno i valori dell’osservatorio del mercato immobiliare redatto dall’Agenzia delle Entrate, che suddividono i comuni in zone omogenee e che già forniscono valori di vendita e locazione a metro quadrato. A queste si applicherà una riduzione derivante dalle spese: manutenzione straordinaria, amministrazione straordinaria, assicurazioni, adeguamenti tecnici di legge, ecc…Oppure il piano, la vetustà dell’edificio, la strada in cui si trova…Parliamo di spese che si aggirano mediamente sul 47-52%: il valore immobiliare annuo al metro quadro così depurato verrà moltiplicato per la superficie e il risultato sarà la nuova rendita catastale.
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