ROMA – Imu 2013 prima casa. Pd: “Detrazioni fino a 450 euro”. Brunetta: “Abolita”. La sospensione della rata Imu 2013 di giugno ha spostato di un paio di mesi la decisione sul destino della tassa della discordia: abolirla per tutti, come pretende il Pdl per rispettare la promessa elettorale, o allargare la platea dell’esenzione con l’aumento delle detrazioni, secondo la linea del Pd.
In mezzo, oltre alla diversa sensibilità nelle due metà della strana maggioranza, l’ingorgo sui conti dei nodi fiscali che giungono al pettine con la riforma complessiva delle imposte sulla casa compresa la Tares, l’aumento previsto del’Iva, la scadenza e il ridimensionamento dei bonus fiscali sulle ristrutturazioni.
Detrazioni fino a 450 euro. Il viceministro all’Economia, il democratico Stefano Fassina, ha proposto ieri di aumentare le detrazioni sulla prima casa dai 200 euro attuali (più eventualmente 50 euro a figlio fino a 4) a 450 euro. In questo modo, l’85% delle famiglie non pagherebbe l’Imu, lasciando l’incombenza al 15% più ricco. In pratica allargando un po’ la fascia delle case di pregio per la quale al momento non è è prevista nemmeno la sospensione. In questo modo, visto che in termini assoluti questo 15% paga di più, i due miliardi di gettito previsti sarebbero salvi e, di conseguenza, utilizzabili per esempio per scongiurare l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% a luglio.
Abolizione totale. Il capogruppo e responsabile economico Pdl, Renato Brunetta, non si muove dalla linea tracciata dal suo partito, ovvero esenzione universale. “La soluzione non funziona e crea confusione” dice Brunetta. Il ragionamento è sintetizzato da Roberto Petrini su Repubblica del 21 maggio: “siccome il 15 per cento che attualmente paga più di 400 euro di Imu versa già complessivamente 1,8 miliardi, se si portasse la detrazione a 450 euro la platea si ridurrebbe e il gettito sarebbe ancor meno sufficiente a raccogliere le risorse per depotenziare l’aumento dell’Iva (che costa 2 miliardi)”.
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