Imu 2013, saldo di dicembre non si pagherà. Un “regalo” dello spread

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 24 Ottobre 2013 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Imu 2013, saldo di dicembre non si pagherà. Lo "finanzia" lo spread

Imu 2013, saldo di dicembre non si pagherà. Lo “finanzia” lo spread

ROMA – Imu 2013, saldo di dicembre non si pagherà. Lo “finanzia” lo spread. Il saldo Imu 2013 di dicembre ci verrà risparmiato, non si pagherà. Due buoni motivi per crederci, li segnala Paolo Russo su La Stampa del 23 ottobre. Primo, in pratica è lo spread, stavolta alleato e non spauracchio, che è sceso più di quanto programmato (210 invece che 300 punti) consentendo una minore spesa per interessi sul debito, liberando di fatto un paio di miliardi da usare come copertura finanziaria (l’abrogazione della seconda rata costa 2,3 miliardi).

Un secondo buon motivo attiene alla logica politica: ad annunciare che il saldo non ci sarà è lo stesso Stefano Fassina, viceministro Pd all’Economia, che si è sempre schierato per il mantenimento dell’imposta. Anche perché la sua reintroduzione sarebbe stata fonte di nuove tensioni nel Pdl già diviso tra lealisti e governisti, uniti però nella difesa a spada tratta della promessa elettorale di Berlusconi.

Se per il 2013 l’abrogazione dell’Imu 2013 può dirsi definitiva ed integrale, i problemi ricominceranno sulla Tasi che dal prossimo anno provvederà a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni e sostituirà in pratica l’Imu. Senza detrazioni e franchigie, come per esempio quella di 200 euro sull’Imu, rischia di costare per le case popolari e quelle con rendite modeste, più della vecchia imposta. A meno che, e qui si scontreranno le due anime della strana maggioranza, non si decida di reintrodurre la franchigia (a 200 euro in tanti diventano esenti) ma costa troppo (2 miliardi). Oppure si scelga di elevare le aliquote oltre il tetto programmato al 2,5 per mille con la clausola  però che il maggior gettito finanzi detrazioni progressive in base al reddito Isee (‘indicatore della situazione economica equivalente).

La prima soluzione sconta le difficoltà di reperire le adeguate coperture finanziarie, la seconda assomiglia, almeno guardandola dal centrodestra, alla resurrezione mascherata della vecchia Imu.