ROMA – La Chiesa potrebbe non pagare l’Imu nel 2013. Niente nuova Ici anche per fondazioni, partiti e in alcuni casi sindacati. Ben 600 milioni di euro in meno nelle casse dei Comuni, gettito stimato dall’Anci e contestato dai vescovi della Cei. Il decreto attuativo del ministero dell’Economia, che era atteso a maggio 2012, non è ancora stato scritto. Milano Finanza spiega che la legge approvata dal governo di Mario Monti non può essere utilizzata senza che il Tesoro definisca quali sono considerate attività no profit, quindi esenti dall’Imu, e quali siano invece attività commerciali.
Il ministero dell’Economia, dopo la notizia rilanciata da Milano Finanza, ha assicurato che non ci saranno proroghe e che a breve il decreto sarà redatto e sottoposto all’esame del Consiglio di Stato. Il problema di tempistica è però evidente: la scadenza della prima rata per questi enti è il 16 giugno 2013, ma l’Imu deve essere calcolata sulle dichiarazioni del 2012. Questo significa che un decreto va approvato al più presto per poterle presentare secondo un modello che il ministero deve ancora definire.
C’è poi il problema di come classificare gli edifici. I no profit non pagheranno l’Imu, ma una qualunque attività commerciale in un una chiesa dovrebbe essere accatastata ex novo. Si tratta però di superfici difficili da individuare, per questo motivo il ministero avrebbe pensato ad un “rapporto proporzionale”, decidendo ad esempio di considerare il 10% dell’edificio ad attività commerciale ed il restante no profit. Difficile poi anche definire le esenzioni per scuole ed ospedali cattolici, esentati solo se dimostreranno di non aver iscritto utili a bilancio.
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