Imu diventa Ics? Libero: “Pagheremo di più e tutti, non solo proprietari”

ROMA – Togli l’Imu e metti l’Ics: il risultato? Le tasse sulla casa le pagheranno tutti (anche i non proprietari) e in generale tutti pagheranno più di ora. Quello che a prima vista può sembrare fanta-economia, Libero lo spara in prima pagina domenica 5 maggio. C’è un assioma da cui parte l’autore dell’articolo, Sandro Iacometti: l’Imu garantisce un gettito di circa 4 miliardi l’anno. Quindi per togliere quella sulla prima casa implica la ricerca di nuove soluzioni per reperire soldi.

Il senso del ragionamento è: togliere l’Imu al 40-50% dei proprietari significa togliere soldi che lo Stato da qualche parte deve recuperare. E per farlo starebbe studiando la cosiddetta Ics (Imposta case e servizi), che accorperebbe ma a tutti coloro che detengono o occupano a qualsiasi titolo un immobile o una superficie operativa. Con la differenza però, scrive Sandro Iacometti, che la tassa sia destinata non solo ai proprietari, perché accorpa anche le tasse sui rifiuti, che pagano anche i residenti.

Iacometti chiama questa ipotesi service tax alla francese e spiega che è la più probabile, ad ora, visto che garantirebbe un certo gettito alle casse statali: L’Ics (Imposta case e servizi) a cui sta lavorando Saccomani, infatti, si porterebbe in dote anche il miliardo aggiuntivo previsto dalla Tares più il gettito attuale di Tarsu e Tia. Complessivamente si tratta di 8 miliardi, che si andranno ad aggiungere ai 4 dell’Imu. Poi, come è successo per quest’ultima, può capitare che il gettito reale (23,7 miliardi) risulti più alto di quello stimato dal governo (21 miliardi).

Le altre 2 ipotesi sono per Iacometti strade meno percorribili.

La prima, caldeggiata da tempo dal Pd, è quella di rimodulare le detrazioni per allargare la platea di chi non dovrà pagare l’imposta fino al 40-50% dei proprietari. Per farlo sarebbe necessario alzare la soglia della detrazione di base dagli attuali 200 euro a 600 euro. Secondo i calcoli del servizio politiche territoriali della Uil per ogni 100 euro di detrazione aggiuntiva lo Stato perderebbe 500 milioni. Resta, dunque, il problema di recuperare 2 miliardi di gettito mancanti, che in qualche modo dovranno essere spalmati sugli altri contribuenti. Una variante di questa ipotesi è quella proposta dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, di esentare dal pagamento chi ha un reddito Isee sotto i 15mila euro (pari a circa 30-35mila euro di reddito lordo familiare), due figli a carico e un mutuo residuo di circa 30mila euro. Ma il risultato sarebbe poco attinente con le promesse di Letta e, soprattutto, con i desideri del Pdl.

La seconda soluzione piacerebbe alla Merkel. Si tratterebbe in sostanza di trasformare l’Imu in una tassa federale, sul modello tedesco, che sia legata alla rivalutazione delle rendite castali e gestita interamente dai Comuni o, in alternativa, dalle Regioni. In questo caso, però, occorrerebbe riformare il catasto, cosa impossibile da farsi in tempi stretti.

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