ROMA – Tasse su alcol e giochi per abolire l’Imu. Il governo cerca fondi per evitare la tassa sulla casa, ma l’obiettivo è arduo perché la partita è doppia. Da un lato si gioca la partita economica di una tassa sulla casa che stritola gli italiani e la necessità di quel gettito per l‘approvazione del bilancio che l’Europa ci impone. Sullo stesso campo da gioco c’è la partita politica che, nella già precaria condizione dettata del “fattore” condanna e (eventuale) decadenza di Silvio Berlusconi, vede nell‘abolizione dell’Imu il possibile “collante” per la sopravvivenza del governo Pd-Pdl.
“Possiamo farcela, anche se c’è da lavorare”. Lo dice Angelino Alfano, lo twitta convinto che Pd e Pdl in questo governo di larghe intese possano trovare un accordo. A separare i due partiti ora non ci sono più solo quei due miliardi di euro necessari all’abolizione dell’Imu, ma il timore di una crisi politica imminente.
Le parole di Angelino Alfano dividono anche i giornali. Per il Corriere della Sera sono parole di “ottimismo”, affinché entro mercoledì 28 agosto il governo trovi una soluzione al problema. Soluzione solo apparente, con l’Imu che viene abolita come da programma Pdl e ritorna nel 2014 sotto forma di Service Tax, la tassa sui servizi che unisce casa e rifiuti. Questa per il Corriere della Sera la mossa che il Pd propone al Pdl per superare lo stallo, mentre per Repubblica la soluzione proposta diventa un diktat del Pdl: o l’aboliamo, o come governo cadiamo.
Ma a smentire l’arrivo di nuove tasse è Flavio Zanonato, ministro per lo Sviluppo economico, che davanti all’ipotesi frena: “Non c’è nessuna ipotesi di introdurre nuove tasse per compensare la cancellazione dell’Imu”.
Alessandro Barbera per la Stampa spiega però che Pd e Pdl sono ancora “divisi da due miliardi di euro” e la partita politica tra Pd e Pdl si scontra con la dura realtà dei due miliardi di euro mancanti:
“C’è da lavorare, ma possiamo farcela”, dissimula Angelino Alfano. Trovare due miliardi in meno di due giorni sarebbe una sfida difficile per un governo forte, è difficilissima per un governo in bilico per ben altre ragioni. Eppure si respira aria di accordo. È ottimista Enrico Letta, che ieri ha sentito più volte al telefono Renato Brunetta, è ottimista persino Graziano Delrio, il ministro amico dei Comuni e bestia nera del capogruppo Pdl: “Lavoriamo per trovare una soluzione”.
Il governo è a caccia di 6,5 miliardi di euro necessari a coprire il gettito Imu, evitare l’aumento dell’Iva fino a gennaio 2014 e rifinanziare le missioni militari all’estero e la cassa integrazione in deroga, spiega La Stampa. Per trovarli la soluzione sembra essere solo una. Nuove tasse, come già il Pdl proponeva in campagna elettorale:
“Per raggranellare il resto si farà ricorso all’aumento delle care e vecchie tasse indirette: sui giochi e gli alcolici- Né più né meno ciò che il Pdl in campagna elettorale proponeva per abbattere del tutto la tassa sulla prima casa. Quel progetto valeva tre miliardi e mezzo di nuove tasse, per la fortuna di fumatori e bevitori ne basteranno meno. Molto dipenderà da quel che si deciderà fra oggi e domani e dalla conferma (o meno) del blocco dell’aumento Iva dal 21 al 22%,; in assenza di coperture scatterà il primo ottobre. Il governo sta cercando di evitarlo ad ogni costo, ma la decisione è tuttora appesa ad un filo”.
Ma l’Imu esce dalla porta per rientrare dalla finestra: esce come Imu, torna come “Service Tax”, una tassa sui servizi indivisibili prevista nella legge di stabilità che sarà discussa ad ottobre, spiega La Stampa, e che varrà un gettito massimo di tre miliardi di euro contro i 5,5 miliardi di Imu e tassa sui rifiuti del 2012:
“Terrà conto del reddito (si partirà dal nuovo Isee), del numero dei componenti e – inutile dirlo – della dimensione dell’immobile. La pagheranno inquilini e proprietari. I Comuni avranno la libertà di decidere se computare nella nuova tassa la prima casa oppure no, e comunque continueranno a imporre una patrimoniale in senso stretto ai possessori di seconde e terze case, immobili di lusso, castelli e ville. In ogni caso – va detto – i redditi bassi pagheranno di meno”.
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