ROMA – Non pagheranno la nuova Imu sulla prima casa, o vecchia Ici se preferite, 6 milioni di italiani. Un terzo del totale delle famiglie. Lo ha sostenuto il professor Monti durante la conferenza stampa di fine anno. Anche per puntualizzare che, nonostante le rivalutazioni sensibili dei valori catastali, il ripristino della tassa sulla prima casa non è più pesante dell’ultima versione firmata Prodi. “No ci sarà un aggravamento ma una maggiore equità dell’imposizione”, ha tenuto a precisare il primo ministro ricordando che l’aliquota sulla prima casa è dello 0,4%, come quella di Prodi.
Esenzioni. Le due infografiche realizzate dal quotidiano La Repubblica illustrano i valori catastali della prima casa dove non si pagherà l’Imu e gli imponibili delle prime case per categoria. L’Imu non costerà nulla alle famiglie che vivono con due figli sotto i 26 anni (anche non a carico) in abitazioni che non superino il valore catastale di 75 mila euro. Come gli immobili inseriti nella fascia economica (A/3) ubicati nelle città di provincia il cui imponibile medio è pari a 71.393 euro. Nei centri più grandi come i capoluoghi il valore catastale medio sale (97.600 euro): per cui, per usufruire dell’esenzione bisognerebbe vivere con almeno 4 figli. Le case popolari (tipo A/4) possono essere considerate esentate, anche senza figli o al massimo con uno. Quelle ultra-popolari (A/5) sono escluse, figli o meno. Diciamo che il loro valore catastale medio per queste abitazioni si aggira intorno a 50 mila euro: se superano i 62.500 basta un figlio per scongiurare l’Imu.
Sconti. Il più importante è la detrazione sui primi 200 euro per la prima casa. Cui si somma il bonus di 50 euro per ogni figlio. Massimo di detraibilità arriva a 600 euro (8 figli).
Comproprietari. La detrazione di 200 euro si imputa a ciascun proprietario residente nell’immobile, a prescindere dalle quote di possesso. Cioè, a due soggetti, uno con l’80% e l’altro il 20% di quota proprietaria, la detrazione sarà di 100 euro cadauno.
Ex coniuge. L’ex casa coniugale assegnata a uno dei coniugi separati è assimilata all’abitazione principale (prima casa). Il coniuge non assegnatario non deve possedere un immobile di uso abitativo nel medesimo comune. Le abitazioni destinate gratuitamente a un parente vengono considerate seconda casa, sulle quali si applica l’aliquota del 7,6 per mille.