Imu-Iva, stangata da 14 miliardi. L'allarme dei commercialisti

ROMA, 30 MAG – Una vera stangata da 14 miliardi di euro: a tanto ammonterà quest'anno il peso di Imu e Iva per le tasche degli italiani. Mentre a partire dal 2013 la zavorra delle due tasse salira' sui 25 miliardi. A fare i conti sono i dottori commercialisti riuniti in assemblea che, rappresentati dal loro presidente Claudio Siciliotti, puntano il dito contro una pressione fiscale cresciuta in modo ''assolutamente irresponsabile''. Ma il direttore generale dell'Agenzia delle Entrate, invitato a intervenire al consesso annuale dei professionisti e accolto anche da qualche fischio, difende l'operato dello Stato che, dice, nella lotta all'evasione ''fa sul serio e intende fare sempre piu' sul serio''.

''L'Imu – ha esordito Siciliotti parlando agli associati – e' entrata in gioco con il mese di giugno 2012 mentre il passaggio dell'aliquota Iva del 21% al 23% e di quella del 10% al 12% e' fissato all'1 ottobre 2012. Queste due misure da sole graveranno sulle tasche dei contribuenti per oltre 14 miliardi di euro nel 2012 e per circa 25 miliardi a decorrere dal 2013''. Con una pressione fiscale destinata a schizzare dal 42,43% del 2011 al 45,09% nel 2012 ''per poi attestarsi tra il 45,5% e il 46% negli anni successivi''.

Siciliotti spiega poi che l'ammontare complessivo delle manovre varate nel 2011, una volta a regime a partire dal 2014, si compone di riduzioni della spesa per poco meno del 40% e di aumenti di entrate per poco piu' del 60%.

Ma Befera avverte che ci troviamo ''a valle di un lungo periodo in cui troppi contribuenti hanno disatteso il patto fiscale con lo Stato. E' necessario tornare al rispetto delle regole''. L'impegno dell'Agenzia delle Entrate e' quello di ''far rispettare le norme tributarie in modo equo e se possibile intelligente''.

Ma attualmente ''l'acuirsi della crisi e il fatto che si moltiplicano evidenze chiare ed inequivocabili che lo Stato fa sul serio e intende fare sempre piu' sul serio sta determinando un fenomeno inedito e preoccupante di insoddisfazione fiscale''. D'altra parte i contribuenti devono anche tener conto del fatto che Agenzia delle Entrate e Equitalia applicano solo le leggi e non possono percio' ''distinguere su base discrezionale tra evasori tout court da trattare con il massimo rigore e contribuenti in difficolta'''. Nessuna delle due puo' quindi ''arrogarsi il diritto di stabilire caso per caso la sofferenza giusta da infliggere o quella ingiusta che non va inflitta. Se cosi' facesse – ha aggiunto – derogherebbe a norme di legge''.

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