ROMA – Imu,ecco come andrà a finire. Il governo ci abbona metà di quella del 2013, l’acconto già sospeso fino ad agosto 2013. Poi la tassa rinasce. Cambia il nome e in parte la distribuzione del peso: ma non la sostanza.
Andrà via l’Imu, solo nominalmente abolita per motivi elettorali e di propaganda, più che economici, arriverà la Service Tax. Il ministro Fabrizio Saccomanni del resto lo ha fatto capire e messo per iscritto in modo chiarissimo: solo abolire l’Imu non si può. Tutto corredato con elenco di nove soluzioni possibili. Tutte con un punto in comune: recuperare in qualche modo quei soldi, quei 4 miliardi, persi con il mancato introito dell’Imu.
In cassa, infatti, di miliardi ce ne sono soltanto due. Quindi serve una nuova tassa che però andrebbe a incidere sui nuclei familiari più ricchi individuati con l’indicatore Isee, nel frattempo divenuto nuovo Isee. Scrive sulla Stampa Paolo Russo:
La proposta che il Tesoro è pronto a calare sul tavolo della prossima cabina di regia è però un’altra. Per il 2013 non si pagherebbe la rata di settembre. Poi a dicembre l’Imu sulla prima casa scatterebbe solo per i proprietari con reddito Isee più alto. L’ipotesi contenuta nel dossier indica a quota 13mila euro del nuovo Isee la soglia sotto la quale l’Imu non colpirebbe più. Questo perché la detrazione salirebbe progressivamente dagli attuali 200 a 600 euro, in misura inversamente proporzionale al reddito. «Il 40% più povero dei contribuenti» non pagherebbe più l’Imu sulla prima casa; poi mano a mano scatterebbero gli sconti a decrescere, «fino ad annullarsi ad una soglia Isee di 70mila euro, sopra la quale ci sarebbe poco più del 5% più benestante», spiega il documento. Quindi esenzione per un po’ meno della metà dei proprietari ma sconti per il 95% dei possessori di prima casa. Costo, sostenibile, di 2 miliardi. I vantaggi maggiori sarebbero per i nuclei familiari a reddito più modesto ma numerosi, perché l’Isee avvantaggia la famiglie formato “large”, anche se il documento sottolinea che un risparmio ancor maggiore lo otterrebbero quelle monoreddito.
E che la service tax sia la strada maestra per il dopo Imu lo scrive anche Marco Mobili sul Sole 24 Ore.
Una riduzione dell’Imu sulle abitazioni principali da realizzare per mano dei Comuni, l’arrivo della service tax, la deducibilità almeno al 50% dell’Imu dal reddito d’impresa e un “disincentivo” agli immobili sfitti. Non prima però di aver cancellato entro il prossimo 31 agosto l’acconto Imu, fino a quella data soltanto sospeso.
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