ROMA – Imu: nonostante gli annunci del presidente del Consiglio Enrico Letta, al momento l’Imposta unica sugli immobili resta. La scadenza, ad oggi, è ancora quella del 17 giugno. Andrà versata (se l’esecutivo non cambierà davvero le cose con un decreto legge) da tutti i proprietari di case in Italia e da tutti coloro che anche se non ne sono proprietari godono il diritto di usufrutto o di abitazione nel caso di un coniuge superstite.
Va ricordata anche un’altra data: il 16 maggio. Entro quel giorno i Comuni possono decidere se aumentare, e di quanto, le aliquote su prima e seconda casa. L’intero gettito viene incassato dai Comuni e non sarà più necessario dividere l’imposta tra quota comunale e quota statale.
LE RATE – Dopo quella del 17 giugno (acconto), che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe essere congelata per i pagamenti sulla prima casa, la seconda rata andrà pagata entro il 16 dicembre (saldo).
PRIMA CASA – L’aliquota per la prima casa (quella, cioè, dove si abita solitamente o dove si ha la residenza anagrafica) va da un minimo dello 0,2% ad un massimo dello 0,6%. Comprende anche cantine, soffitte, box e tettoie collegate alla casa.
Per la casa principale è prevista una detrazione di 200 euro più 50 euro per ogni figlio minorenne che viva nella casa (fino ad un massimo di otto figli). Non godono dello sconto per la prima casa gli immobili dati in comodato d’uso gratuito ai familiari.
SECONDA CASA – Nel caso di immobili che non sono prima casa l’aliquota va da un minimo di 0,46% ad un massimo di 1,06%. All’interno di questa aliquota rientrano negozi, uffici e laboratori, ma anche tutti gli immobili tenuti a disposizione, come seconde case o case sfitte o ereditate.
CAPANNONI INDUSTRIALI – In questo caso l’Imu per il 2013 sarà più alta anche se l’aliquota dovesse restare quella del 2012. L’inasprimento è dato dall’aumento del coefficiente moltiplicatore usato per determinare la base imponibile: il coefficiente passa infatti da 60 a 65. La Cgia di Mestre ha calcolato che, per esempio, per un capannone da 500 mq l’aggravio potrebbe andare da 1.409 a 1.572 euro, per un capannone di 1.000 mq da 3.288 e 3.734 euro, per un fabbricato da 2.000 mq da i 5.870 a 6.583 euro.
L’APPELLO DEI PICCOLI IMPRENDITORI – Artigiani e piccoli imprenditori hanno chiesto di congelare la prima rata anche per i capannoni, in modo da aiutare subito le imprese italiane.
IPOTESI GOVERNO: NIENTE PAGAMENTO A GIUGNO – Se davvero la rata dell’Imu sulla prima casa del 17 giugno non si pagherà, come annunciato da Enrico Letta, i Comuni si troveranno con due miliardi in meno nelle loro casse. Perché non i cittadini possano non pagarla i tempi sono stretti. Sarebbe necessario un decreto legge per prorogare la scadenza del pagamento fine anno. Ad una proroga si oppone però il Pdl, secondo il quale la tassa va abolita tout court. Ma la proroga, o comunque il congelamento del pagamento di giugno, serve, secondo Letta, a mantenere una copertura se la riforma complessiva dell’imposta non dovesse riuscire.
IPOTESI PDL: ABOLIZIONE IMU PRIMA CASA E RESTITUZIONE DI QUELLA PAGATA – L’operazione chiesta dal Pdl e da Silvio Berlusconi su tutti costerebbe ai Comuni 4 miliardi di mancato gettito per il 2013 più altri quattro miliardi che verrebbero spesi per restituire quella pagata nel 2012. Un totale, quindi, di otto miliardi di euro.
Il rischio, per i Comuni, è di non avere i soldi per ripagare i debiti alle imprese, come stabilito dal decreto legge sui pagamenti della Pubblica Amministrazione. Il governo potrebbe trasferire le risorse ai Comuni, ma la somma è poco chiara. Entro il 9 maggio i Comuni devono dire al ministero dell’Economia quale aliquota Imu vogliono applicare. Nel caso di trasferimenti, quindi, si potrebbe tenere in considerazione l’aliquota oppure l’aliquota base.
IPOTESI ALEMANNO: ALLEGGERIMENTO PER I MENO ABBIENTI – Un’altra ipotesi è quella proposta dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno: aumentare le detrazioni per le famiglie meno abbienti e più numerose. In particolare Alemanno ha parlato di famiglie con reddito Isee sotto i 15mila euro. Ma per i Comuni si parla di un costo che va da i 2 ai 2,5 miliardi di euro.
REVISIONE DELLE RENDITE CATASTALI – A Roma Alemanno vorrebbe anche aumentare le rendite catastali di 175mila famiglia, coprendo così l’esenzione dall’Imu per i meno abbienti. Ma l’operazione di avvicinamento delle rendite catastali ai valori di mercato è possibile solo per i Comuni che hanno almeno tre microzone, cioè 250 su 8mila. Questo perché ad oggi la riforma generale degli estimi catastali che avrebbe dovuto consentire a tutti i Comuni la riclassificazione degli immobili in base al mercato, è ferma al Senato.