ROMA – Che fosse salata gli italiani lo sospettavano già. Ma l’Imu sulla seconda casa rischia di essere anche ostica da pagare: colpa di vincoli burocratici (come l’obbligo di usare il modello F24 e i codici tributo da inserire a mano).
Innanzitutto alla seconda casa non si applica l’opzione prevista per la prima: niente scelta tra le due e le tre rate ma pagamento obbligatorio in due soluzioni, acconto il 18 giugno e saldo il 18 dicembre. La procedura per pagare, poi, prevede necessariamente il ricorso al modello F24. Significa che anziani e persone poco avvezze alla modulistica fiscale dovranno rivolgersi ad un esperto.
Ma le difficoltà non finiscono qui. Spetta infatti al contribuente scindere la parte di versamento che spetta al Comune da quella che invece spetta allo Stato. Nessun problema per l’acconto di giugno, dato che l’Imu è divisa in due parti uguali. Decisamente più ostico il saldo di dicembre che dipenderà dalle aliquote imposte dai singoli comuni.
Infine i codici tributo, riportati da Gino Pagliuca sul Corriere della Sera: “3912 per l’abitazione principale; per le seconde case e negozi, uffici, laboratori, box non pertinenziali si indica 3917 per la parte relativa allo Stato e 3918 per quella di spettanza del Comune”.