ROMA – Il 16 dicembre scade la scadenza del pagamento dell‘Imu sulla seconda casa. Ma ancora non è chiaro quanto si pagherà e in che modalità. Dopo l’abolizione dell’Imu sulla prima abitazione, la confusione sul da farsi è alta. Secondo la normativa i Comuni hanno tempo fino al 9 dicembre per comunicare le aliquote che intendono applicare alla tassa sulla casa e i contribuenti avranno appena una settimana per capire quanto pagare.
Il Corriere della Sera spiega:
“Se per l’abolizione della seconda rata sulla prima abitazione, il Consiglio dei ministri ha deciso di rinviare il varo del decreto alla settimana prossima, non va tanto meglio per il saldo dell’imposta sulle seconde case. Per la stragrande maggioranza di chi ha pagato la prima rata a giugno e che dovrebbe saldare entro il 16 dicembre, la confusione regna sovrana. La normativa prevede infatti che i Comuni possano pubblicare i dati delle aliquote Imu entro il 9 dicembre. Ma la scadenza del pagamento della tassa è stata fissata appena una settimana dopo. Tempi valutati troppo stretti dalla consulta nazionale dei Caf, soprattutto in virtù dei quattro mila «ritardatari» di cui sopra”.
Tempi stretti, tanto che i Caf hanno scritto a Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia, e a Piero Fassino, presidente dell?Anci:
“«In 7 giorni—spiega il coordinatore della consulta nazionale dei Caf Valeriano Canepari — dovremmo consultare oltre 4 mila siti web delle amministrazioni locali, studiare le delibere, individuare le aliquote e le varie esenzioni, inserire i dati nel nostro sistema informativo e calcolare la somma da pagare». Un giochetto di pochi minuti per una persona sola, ma che diventa più complicato se la platea di persone coinvolte si allarga a circa cinque milioni di contribuenti”.
Canepare ha poi aggiunto:
“L’Imu su immobili diversi dall’abitazione principale ha interessato nel 2012 15,3 milioni di cittadini.Ma«più o meno cinque milioni si sono rivolti a noi per pagare l’acconto di giugno—aggiunge Canepari—e ora vorrebbero trovarsi nelle condizioni di poter pagare anche il saldo senza preoccupazioni. Ai tempi dell’Ici — ricorda Canepari — avevamo tre mesi di tempo. Oggi la gente viene da noi e ci guarda sconvolta. Abbiamo stampato pure dei volantini per cercare di spiegare, ma non sappiamo più cosa dire. C’è incertezza totale»”.
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