ROMA – Imu seconda casa, la stangata resta. I proprietari di una prima casa per ora sono salvi, in attesa di scoprire come poi andrà a finire a settembre, ma ci sono quei 7 milioni di contribuenti con la seconda casa neppure sfiorati dal provvedimento del governo che ha congelato la prima rata Imu. Per loro cassa aperta fino al 16 giugno. E saranno dolori in quanto il gettito dell’Imu, adesso, è sulle spalle di un numero sempre più ristretto di persone.
Michele Di Branco, per il Messaggero, ci ricorda:
Secondo i dati del dipartimento delle Finanze l’imposta, nel 2012, ha fruttato alle casse dello Stato 24,7 miliardi (+1,2 miliardi rispetto a quanto stimato), di cui 9,9 miliardi di acconto e 13,8 miliardi di saldo. A pagare la tassa sono stati 28,5 milioni di contribuenti, con un versamento medio di 918 euro. Dalle imprese è arrivata una quota pari a 6,3 miliardi di euro. E i soggetti diversi dalle persone fisiche che hanno versato l’Imu sono stati poco più di 700 mila con un importo medio di versamento pari a circa 9 mila euro. Dalla prima casa è stato esentato un proprietario su 4 e sono piovuti 4 miliardi di euro, grazie al pagamento di 17, milioni di contribuenti, con un versamento medio di 225 euro.
Cosa succederà adesso? Il Messaggero spiega:
A giugno gli esentati eviteranno una spesa che in media, per l’acconto 2012, è stata di 125 euro. A settembre, poi, molti di loro potrebbero trovarsi nelle condizioni di non dover proprio più pagare. Il rinvio della rata sulla prima casa, infatti, è la premessa per la riforma radicale dell’Imu, con un suo alleggerimento almeno sui redditi più bassi. Alla voce prima rata, le seconde case, hanno portato nel 2012 un incasso complessivo di 7,9 miliardi di euro, esattamente un terzo del gettito complessivo garantito dall’Imu, con un versamento medio di 818 euro a testa. Con la riforma, però, il conto potrebbe appesantirsi. E’ infatti presumibile che i Comuni coprano una parte degli sgravi sulle prime case con un maggior prelievo sulle abitazioni diverse da quella principale, o sugli altri fabbricati a uso ufficio o commerciale alzando l’aliquota di base, oggi allo 0,76%.
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