ROMA – Un po’ di Imu, solo sulle case di lusso, per togliere un mesetto di Iva al 22%. Spunta nelle pieghe del decreto Imu un emendamento (rivelato in anteprima dalla agenzia Public Policy) a firma Pd che propone di far pagare la prima rata dell’Imu alle abitazioni con rendita catastale superiore ai 750 euro e con le entrate recuperate (circa 1,2 miliardi di euro) ripristinare l’Iva al 21% dal 1 novembre al 31 dicembre 2013, aumentare il rifinanziamento della Cig in deroga da 500 a 900 milioni di euro e dotare di 50 milioni per il 2013 il fondo per gli affitti. Questa la proposta contenuta in un emendamento del Pd al dl Imu depositato nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera.
L’emendamento spiega l’agenzia Public Policy citando una fonte parlamentare, è uno di quelli su cui il Pd punta maggiormente. I democratici, in particolare, puntano ad aprire sulla questione un dibattito nella maggioranza così da arrivare a modifiche in tal senso all’interno del dl Imu o nella legge di Stabilità.
L’emendamento, a prima firma Maino Marchi del Pd, stabilisce che “per l’anno 2013 non è dovuta la prima rata dell’imposta municipale propria limitatamente agli immobili con una rendita risultante in catasto inferiore a 750 euro”. L’emendamento stabilisce anche che “per l’anno 2013, la prima rata dell’imposta municipale propria sull’abitazione principale e relative pertinenze è riservata allo Stato”.
I deputati del Pd fanno notare che, “secondo le stime Mef, su 2.011 milioni circa di perdita di gettito ex abolizione prima rata Imu, 1.230 milioni sono attribuibili agli immobili con rendita superiore a 750 euro. Il ripristino dell’aliquota Iva al 21% dovrebbe costare all’incirca 706 milioni. Rimangono più di 500 milioni, che attribuiamo al fondo affitti (50 milioni) e alla cassa in deroga (400 milioni)”.
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