ROMA – Il primo nodo da scogliere è quello dei conti pubblici. Quindi, in tempi rapidissimi, probabilmente già la prossima settimana, lo stop ai versamenti Imu per la prima casa. Quindi, una volta incassata il 29 maggio l’uscita dalla procedura di infrazione, la messa a punto della riforma della fiscalità immobiliare, Imu e Tares comprese. Il nodo Imu è e continua ad essere al centro del dibattito politico, ma quali sono i possibili scenari?
Prima una moratoria per l’anno in corso, con un decreto che già la prossima settimana dovrebbe sospendere la rata Imu di giugno, facendo pagare il conguaglio a fine anno solo a chi possiede immobili di pregio. Poi nel 2014 via Imu, Tares, imposta di registro e addizionale comunale Irpef, sostituite da una misteriosa “Tassa X”. Una sorta di imposta Casa e Servizi sul modello tedesco, dovuta in parte minore anche dagli affittuari e affiancata da una “patrimonialina” su chi possiede case extra-lusso.
Il ventaglio di ipotesi è ampio. Ma tra le possibili scelte c’è anche quella di una service tax, una tassa unica sui servizi così come previsto originariamente dal progetto del federalismo fiscale. Unificherebbe più balzelli ma, a seconda delle scelte che verranno fatte, avrà un deciso effetto di redistribuzione della tassazione, anche tra proprietari e inquilini. L’Imu, infatti, è pagata dai proprietari. La Tares (la nuova tassa sui rifiuti che incorpora anche balzelli sui servizi ”indivisibili) è versata dai residenti, quindi anche da chi ha la casa in affitto. A questo schema, poi, potrebbero aggiungersi molte varianti: il raddoppio della soglia di detrazione sulla prima casa, l’introduzione di una tassazione ad hoc per le abitazioni di lusso, ma anche la deducibilità da Irpef-Ires dell’imposta pagata per gli immobili strumentari ad una attività produttiva.
Il cantiere delle tasse sulla casa è insomma aperto. Ma al momento nemmeno un mattone è stato posizionato. Il nodo non è solo politico. Riguarda anche il dialogo aperto in sede europea. Non è un caso, infatti, che nel ricevere il Def, il documento di economia e finanza con il quale il governo aggiornava le sue previsioni, la Commissione europea ha chiesto di togliere le simulazioni che prevedevano anche ”l’assenza di conferma della regime sperimentale Imu dal 2015”. Così, nel piano di riforme che deve essere presentato prima che il 29 maggio l’Ue dia l’ok al superamento della procedura di infrazione, dovrà essere inserito uno schema di intervento sulla tassazione della casa. Ogni modifica dovrà avere impatto zero.
E come sempre si parte dai conti. I dati ufficiali dell’Imu 2012 hanno calcolato un gettito di 23,7 miliardi, superiore di 1,2 miliardi rispetto alle previsioni. E già questo potrebbe essere un valore da scomputare dal possibile intervento di copertura. La due diligence sui conti è solo il primo passo. Subito, probabilmente già entro la prossima settimana, sarebbe in arrivo il decreto che sospende il pagamento dell’Imu, per la sola prima casa. Il nodo in questo caso è quello di garantire liquidità ai comuni che avrebbero incassato l’imposta. Entrerebbe in campo la Cdp, che però in questo periodo è già alle prese con il finanziamento dei debiti della Pa.
Per la riforma vera e propria, invece, ci vorrà più tempo. L’idea di una tassa unica comunale sulla casa, che riunisca Imu e la nuova Tares, è certo sul tappeto. Ma ancora non ne sono state valutate tutte le implicazioni. Di certo si punterà ad esentare la prima casa, o comunque a prevedere una soglia di detrazione tale da evitare il pagamento su gran parte delle abitazioni principali. Le coperture? Una nuova spending review e, come indicato dall’Ocse, un taglio delle agevolazioni fiscali. Ma non è nemmeno escluso che parte del gettito arrivi dall’interno dello stesso settore con un aggravio di tassazione sulle case di lusso.
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