Lavorare meno del previsto, con accompagnamento alla pensione e supporto dall’INPS sotto forma di indennità: ecco come si fa.
Uscire prima dal lavoro, maturando una contribuzione figurativa adeguata per la pensione futura, e nel frattempo usufruire dell’indennità valida come accompagnamento al pensionamento. Succede a chi presta assistenza a un invalido bisognoso. La categoria dei caregiver gode di numerose agevolazioni dal punto di vista previdenziale. Volendo, possono anche lasciare il lavoro due anni prima del previsto, senza rinunciare allo stipendio e ai contributi figurativi.
A oggi non esiste una norma specifica per il prepensionamento dei caregiver, ma chi presta assistenza a un convivente o a un congiunto disabile può sfruttare due misure di uscita istituzionalizzate. L’APE Sociale e Quota 41.
La prima misura permette di andare in pensione anticipata a partire dai sessantatré anni di età, con almeno trent’anni di contributi. La seconda consente ai lavoratori precoci, inclusi coloro che prestano assistenza a congiunti disabili o con handicap gravi, di uscire dal lavoro indipendentemente dall’età, una volta raggiunti i quarantuno anni di contributi.
Attraverso il congedo straordinario, però, i caregiver di un parente disabile grave possono godere di un’indennità statale che vale da accompagnamento alla pensione. Per poter accedere a una simile misura bastano quindici anni di contributi e sessantaquattro anni di età.
Il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro che i lavoratori dipendenti possono richiedere in qualità di cargiver di un familiare disabile, così come previsto dalla normativa vigente. Bisogna però che al disabile sia riconosciuta la 104.
Questo periodo di assenza dal lavoro arriva a un massimo di ventiquattro mesi, con indennità pari allo stipendio dell’ultimo mese di lavoro prima del congedo. In pratica, è l’INPS a pagare quest’indennità e a renderla utile come accompagnamento alla pensione, versando tutti i contributi figurativi indispensabili per raggiungere la quota per rientrare in una misura di pensionamento anticipato.
Ecco perché siamo di fronte a un valido strumento di accompagnamento alla pensione: il caregiver, di fatto, può lasciare il lavoro con due anni di anticipo con indennità e totale copertura figurativa. Le condizioni necessarie riguardano la convivenza fra cargiver e disabile. Nella fattispecie, i due soggetti devono dimostrare di vivere sotto lo stesso tetto da prima del congedo (basta anche un giorno solo prima).
Attenzione, però, il congedo è richiedibile se il lavoratore presta assistenza al coniuge, ai figli, ai genitori oppure ai fratelli o alle sorelle. Infine, anche agli affini entro il terzo grado. Ma il tutto nel rispetto di una chiara graduatoria. In pratica, un fratello non può assistere una sorella disabile se questa ha un marito convivente o dei figli. La possibilità di assistenza si rivela solo nel caso in cui i parenti precedenti in graduatoria siano assenti, deceduti o invalidi a loro volta.
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