Indennizzi chiusure Covid, chi può riceverli: vanno dal 100 al 200% del fatturato perduto

Indennizzi Covid per chi è stato costretto dal Dpcm a chiudere o limitare l’orario della propria attività. Un “ristoro” che va a risanare dal 100 al 200% del fatturato perduto.

Per gli indennizzi per le attività che hanno visto la chiusura causa Covid è pronto un pacchetto di aiuti da 4-5 miliardi, tutti finanziati recuperando risorse inutilizzate in bilancio.

Aiuti per dare un contributo economico ai settori di nuovo costretti a chiudere, o quasi, per contenere il dilagare dell’epidemia. Bar, ristoranti… Contributo che potrebbe raddoppiare, rispetto a quanto già ricevuto in estate dopo il lockdown, per chi dovrà tenere la serranda abbassata h24, come palestre, piscine, teatri e cinema.

Chi ha diritto agli indennizzi Covid e di quanto?

Indennizzi Covid, sì a bar e ristoranti. No ad alberghi e strutture ricettive. Forse a taxi e Ncc. E poi ancora palestre e sale giochi, discoteche e piscine, cinema e teatri. Si stimano circa 325 mila attività per le quali la percentuale dei ristori varierà proprio in base alle diverse limitazioni subite.

Quindi per i bar, costretti a chiudere alle 18, il ristoro sarà del 100% (se un bari ci rimette 10mila euro in un mese, lo Stato ridà 10mila euro). Percentuale che per i ristoranti salirebbe al 150% (quindi se un ristorante ci rimette 10mila euro in un mese, lo stato ridà 15mila euro). Indennizzi fino al 200% (quindi la perdita moltiplicata per 2) invece per chi è costretto a chiudere del tutto, come palestre e centri termali e fino al 400% per chi non ha più riaperto, come le discoteche.

Occorre ovviamente tirare fuori le fatture dello scorso anno per far vedere quale sia stato il mancato fatturato. 

“Il fondo perduto a cui stiamo lavorando nel decreto “ristori” andrà dal 100% al 200% del calo del fatturato. In sostanza da 3 a 6 volte la percentuale garantita con il decreto rilancio”. Lo spiega la vice ministro dell’Economia Laura Castelli in vista del Cdm sugli indennizzi. “Un supporto immediato a tutte quelle attività che, per le disposizioni del Dpcm, dovranno chiudere o limitare gli orari di apertura”, aggiunge Castelli che conclude: “Stiamo chiedendo loro un grande sacrificio per garantire il benessere di tutti. E’ giusto che lo Stato si schieri dalla loro parte”. (Fonti Ansa e Il Corriere della Sera).

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