Industria, novembre di ripresa: salgono le vendite (+0,4%) dopo 22 mesi di calo

Industria, novembre di ripresa: salgono le vendite (+0,4%) dopo 22 mesi di calo
Industria, novembre di ripresa: salgono le vendite (+0,4%) dopo 22 mesi di calo

ROMA – Industria, novembre di ripresa: salgono le vendite dopo 22 mesi di calo. A novembre il fatturato dell’industria italiana è tornato positivo (+0,4%) dopo 22 mesi consecutivi di calo: decisiva la domanda estera, in salita del 4,8% ma si registrano timidi ma incoraggianti segnali anche dalla domanda interna. Si attende la conferma nel dato di dicembre, mese in cui anche in Italia il mercato dell’auto ha interrotto la caduta. Sul fatturato interno, la novità è che se anche su base annua il dato resta negativo (-1,8%), è comunque il miglior risultato da novembre 2011.

Comunque, il mese di novembre è stato il mese del risveglio per l’industria italiana, che ha visto il fatturato tornare a crescere dopo 22 mesi di cali ininterrotti. Anche gli ordini arrivati nelle fabbriche hanno segnato un aumento e stavolta non è stato, come sempre, tutto merito dell’export. Ha fatto da traino proprio quel mercato interno che finora era stato definito più che altro come una zavorra. Le cifre dell’Istat parlano chiaro: lo scorso novembre le vendite sono salite dello 0,4% su base annua, registrando il primo aumento dalla fine del 2011, mentre gli ordinativi sono saliti del 3% rispetto all’anno precedente, mettendo a segno il terzo rialzo di fila, con un balzo del 5,5% ottenuto sul territorio nazionale.

 

In ogni caso l’export è ancora il traino più significativo per la ripresa. Tre regioni fanno da “lepre”: Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna sono i più efficaci ambasciatori del made in Italy, per il quale non si intendono i soliti settori moda, arredamento, design, ma piuttosto e in maniera sempre più sostenuta, meccanica e componentistica.

Spiega Patrizio Bianchi, uno dei massimi esperti di politica industriale ed assessore al lavoro e formazione dell’Emilia Romagna: “Ormai la divaricazione tra le imprese che esportano e quelle che vivono di mercato interno è nettissima. E quelle che esportano sono in prevalenza imprese meccaniche, che producono macchinari o componenti. Soprattutto destinati alla Germania. Dopo dieci anni di euro è avvenuto quello che tutti ci aspettavano: c’è stato un aggiustamento strutturale delle produzioni in funzione del cambio delle produzioni dei nostri partner”. Tutte insieme le aree produttive più dinamiche hanno stabilito un asse forte con la Germania renana: il problema è che a questo impulso alla crescita corrisponde un’area stagnante che frena le periferie. (Marco Sodano, La Stampa)

Tutti numeri che indicano una ripresa che ”continua” e che ”adesso”, avverte via twitter il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, si deve ”consolidare”. Di certo per l’industria non è stato un autunno in letargo. D’altra parte dopo i buoni risultati sul fronte produzione, c’era attesa per il dato sui ricavi, che non ha deluso. Basti pensare che in un solo mese i guadagni sono saliti dello 0,9%. La sorpresa è invece arrivata dagli ordinativi, saliti grazie alla leva interna sia rispetto al 2012 che nel confronto con ottobre.

Al contrario il termometro sulle commesse giunte dall’estero è andato sotto lo zero. Se si guarda ai diversi settori, novembre è stato un mese ricco soprattutto per i farmaci (+8,3% sull’anno), i mezzi di trasporto (+7,5%) e un comparto chiave del made in Italy come il tessile (+6,2%). Non è stato lo stesso per l’energia, con la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati in caduta (-16,2%). Passando agli ordini, a segnare un’impennata sono stati sempre i mezzi di trasporto, lasciando fuori gli autoveicoli.

L’andamento degli ordinativi fa ben sperare, anche perché sono un indice anticipatore, che rivela quanto il mercato stia tirando, ora e nei prossimi mesi. Ma le notizie positive finiscono qua. Innanzitutto, il fatturato diventa negativo (-2,7%) se si fa il confronto con novembre 2012 senza tenere conto degli effetti di calendario (il 2013 ha un giorno lavorativo in meno). Quel che più conta è però il bilancio dei primi undici mesi dell’anno, ancora in rosso sia per le vendite (-4,0%) che per gli ordini (-1,6%). Un ritardo difficilmente recuperabile quando alla chiusura del 2013 manca solo dicembre.

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