Istat: inflazione sale all’1,5%, disoccupazione record dal 2002

Un’inflazione che cresce, un tasso di disoccupazione che balza alle stelle. Questo il ritratto economico dell’Italia che fa l’Istat, secondo i dati della stima preliminare.

Secondo l’istituto di Statistica, la situazione è molto preoccupante: nel 2010 ci sono 367 mila disoccupati in più rispetto allo scorso anno: il dato peggiore dal 2002. E a risentirne di più sono, ovviamente i giovani:  tra di loro il tasso di disoccupazione è tre volte più elevato di quello generale.

Inflazione. L’inflazione ad aprile è salita al +1,5% annuo dal +1,4% registrato a marzo. Si tratta del maggior incremento tendenziale da febbraio 2009. Lo comunica l’Istat nella stima preliminare, precisando che su base mensile i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,4%.

Il tasso d’inflazione acquisito per il 2010, ovvero quello che si registrerebbe a fine anno nell’ipotesi che l’indice mantenga i livelli registrati ad aprile, si attesta a +1,2%.

Sempre in base alla stima provvisoria, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), che tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo come saldi e promozioni, ha registrato a marzo un incremento dell’1,6% rispetto ad aprile 2009 (record da dicembre 2008), e del +0,9% rispetto a marzo 2010.

Per quanto riguarda l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi hanno riguardato i prezzi dei trasporti (+1,2%), dei servizi ricettivi e di ristorazione (+1,1%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,6%). Variazioni nulle su base mensile, invece, per l’abbigliamento, le calzature e le comunicazioni.

Gli incrementi più elevati su base annua si sono registrati nei capitoli trasporti (+5,4%), altri beni e servizi (+2,8%), e istruzione (+2,5%). Prezzi stabili per i servizi sanitari, mentre variazioni annue negative si sono registrate per le comunicazioni (-0,7%) e per i prodotti alimentari e bevande analcoliche

Su base annua – aggiunge l’Istituto di Statistica – l’inflazione, al netto della componente energetica, è aumentata dell’1,3%.

L’aumento dei prezzi registrato ad aprile risente in particolare della corsa dei beni e prodotti energetici. Il comparto energetico, infatti, ha registrato un aumento dei prezzi dell’1,5% su base mensile e del 4,9% su base annua (in forte accelerazione dal 2,5% registrato a marzo). Corrono in particolare i prezzi del comparto non regolamentato (sostanzialmente carburanti), che ad aprile sono cresciuti del 2,1% congiunturale e del 15% tendenziale.

La benzina verde registra un incremento del 2,7% rispetto a marzo e del 16,7% rispetto ad aprile 2009. Andamento simile per il gasolio, cresciuto del 2,2% congiunturale e del 15,9% tendenziale.

Disoccupazione. Sempre secondo i dati Ista a salire è anche il tasso di disoccupazione che a marzo è schizzato all’8,8%, rispetto all’8,6% di febbraio. L’Istat sottolinea che si tratta del dato peggiore dal secondo trimestre 2002. A marzo il tasso di disoccupazione è aumentato dello 0,2% su base mensile e dell’1% su base annua.

Il numero di inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni – comunica ancora l’Istat – è pari a marzo a 14,9 milioni di unità, con una riduzione dello 0,2% rispetto a febbraio 2010 e un aumento dell’1,6% rispetto a marzo 2009.

Il tasso di inattività si attesta dunque al 37,8%. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’occupazione maschile a marzo è pari a 13,6 milioni di unità, più bassa dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,5% rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente.

L’occupazione femminile e invece pari a 9,1 milioni di unità, in calo dello 0,4% su base mensile e dell’1,7% su base annua.

Il tasso di occupazione maschile è dunque pari al 67,6%, mentre quello femminile è al 45,8%. Se invece si passa ad analizzare la disoccupazione maschile invece, a marzo si registra un livello pari a 1,1 milioni di unità (+10,6% annuo).

Il numero di donne disoccupate è pari a 1,04 milioni (rpt, 1,04 milioni) (+13,6% rispetto a marzo 2009). Il tasso di disoccupazione maschile è dunque pari al 7,8%, contro un tasso di disoccupazione femminile al 10,2%

In un anno, ovvero da marzo 2009 a marzo 2010, il numero di occupati in Italia è diminuito di 367 mila unità. L’Istat sottolinea inoltre che a marzo 2010 il numero di occupati è pari a 22 milioni e 753 mila unità, in calo dello 0,2% mensile e dell’1,6% annuo. Il tasso di occupazione è dunque pari al 56,7%, il dato peggiore dal secondo trimestre 2002.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a marzo si è attestato al 27,7%, tre volte di più del tasso di disoccupazione complessivo (8,8%). Lo comunica l’Istat nella stima mensile, sottolineando che rispetto febbraio il tasso di disoccupazione giovanile ha registrato un lieve calo (-0,4%), mentre rispetto a marzo 2009 il tasso è aumentato del 2,9%. “A soffrire la crisi – sottolineano i tecnici dell’Istituto di statistica – sono ancora in particolare i giovani”. La disoccupazione nella fascia d’età 15-24 anni in Italia è più alta del 7,1% rispetto alla media europea (dove il tasso si é attestato al 20,6%).

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