Sulle pensioni di gennaio mancherà qualcosa, ecco cosa non troveranno i pensionati e quanto perdono. Le cifre
Il mese di gennaio è tradizionalmente un momento di grande attesa per i pensionati italiani, che si preparano a ricevere la loro prima rata annuale di pensione. Tuttavia, il 2025 si preannuncia come un inizio difficile per molti di loro, e non solo per la mancanza di aumenti significativi. La situazione si complica ulteriormente a causa di alcune mancanze che potrebbero incidere notevolmente sul potere d’acquisto degli anziani.
Innanzitutto, è importante ricordare che dicembre rappresenta un mese particolarmente favorevole per i pensionati, poiché ricevono la tredicesima mensilità, che raddoppia il loro rateo di pensione. Inoltre, alcuni pensionati con trattamenti integrati al minimo possono beneficiare anche di un bonus aggiuntivo di circa 150 euro. Tuttavia, gennaio porta con sé una realtà ben diversa. Non solo i pensionati non riceveranno il consueto conguaglio a credito, ma gli aumenti previsti saranno irrisori.
Gli incrementi delle pensioni per il 2025
La pensione di gennaio, infatti, subirà un incremento pari solo allo 0,8% per le fasce più basse, mentre per le pensioni più elevate gli aumenti saranno inferiori. Questo significa che chi percepisce assegni intorno ai 1.000 euro vedrà un aumento di meno di 10 euro al mese. Un intervento insufficiente a compensare la crescente perdita di potere d’acquisto, già evidente nel corso degli ultimi anni. A peggiorare la situazione, il governo ha scelto di tornare a un sistema di rivalutazione delle pensioni basato su tre fasce progressive, abbandonando un metodo contestato che penalizzava ingiustamente le pensioni più alte.
La vera novità di quest’anno, però, risiede nella mancanza di un conguaglio a credito. Normalmente, i pensionati ricevono un conguaglio per la differenza tra il tasso di inflazione previsto e quello definitivo, che viene calcolato sulla base dei dati dell’ISTAT. Tuttavia, per il 2024, il tasso di previsione utilizzato per gli aumenti delle pensioni si è rivelato essere identico a quello definitivo. Di conseguenza, i pensionati non riceveranno alcun conguaglio per il 2025 e si troveranno a dover fare i conti con una pensione praticamente invariata rispetto all’anno precedente.
Questa situazione è particolarmente preoccupante, considerando che il tasso di inflazione continua a erodere il potere d’acquisto dei pensionati. L’anno scorso, ad esempio, si è registrato un tasso di inflazione dell’8,1% rispetto al 7,3% di previsione. Questo ha comportato una significativa differenza, con i pensionati che hanno potuto beneficiare di un conguaglio a credito. Quest’anno, invece, la mancanza di un simile conguaglio si traduce in una perdita economica tangibile.
Inoltre, è importante sottolineare che le pensioni più basse, quelle che già faticano a garantire un tenore di vita dignitoso, saranno colpite in modo proporzionale a questa mancanza. La situazione diventa ancora più drammatica se si considera che molti pensionati si trovano già in difficoltà economiche e fanno affidamento su ogni euro in più che possono ricevere.