Inps. Perde 10 mld l’anno. Sono le tasse a pagare un terzo delle pensioni

Inps. Perde 10 mld l'anno. Sono le tasse a pagare un terzo delle pensioni
Inps. Perde 10 mld l’anno. Sono le tasse a pagare un terzo delle pensioni

ROMA – Due fatti certi riguardano sull’Inps. Primo, il super ente (che accorpa anche la dissestata Inpdap) è in rosso fisso, con un buco di circa 10 miliardi di euro per il secondo anno consecutivo, cui vanno già aggiunti perdite miliardarie della stessa grandezza almeno per il 2014 e il 2015.  Secondo, l’Inps non può fallire. Si rassicuri quindi chi è giustamente preoccupato dalla falla nei conti e dalla recente crisi al vertice con le dimissioni del suo presidente Antonio Mastrapasqua. Dal momento che non può fallire, chi paga, visto che i contributi versati (cioè le entrate) non riescono a sostenere le prestazioni erogate (le uscite)?

A prescindere dal buco di bilancio, questo squilibrio è strutturale: è la fiscalità generale, sono le tasse pagate dai lavoratori in attività e dagli attuali pensionati, a consentire i finanziamento delle pensioni. Almeno per un terzo del suo totale. Se da una parte possiamo dirci fiduciosi sul fatto che comunque lo squilibrio di bilancio verrà ammortizzato dai trasferimenti dello Stato, non possiamo non essere preoccupati, dall’altra parte, dal fatto che questa specie di bolletta pubblica continua ad aumentare, gravando sui cittadini e togliendo risorse ad altre destinazioni auspicabili. Se prima della crisi finanziaria erano sufficienti 73 miliardi di euro in trasferimenti dello Stato per coprire il disavanzo, dal 2008 al 2013 il rincaro è stato di 39 miliardi, vale a dire il 53% in più (l’8% del cumulato annuo).

Il tema di fondo è che non si attenua il forte disavanzo tra le entrate (cioè i contributi versati da imprese e lavoratori) e le uscite per pensioni e assistenza dalle casse dell’Inps, ora che ha incorporato anche l’Inpdap (il dissestato ente dei dipendenti pubblici). E dato che le pensioni vanno pagate e che l’Inps non può fallire, il buco tra entrate e uscite lo deve sanare per forza lo Stato. Basti pensare che nel 2012 le entrate da contributi si sono fermate a 208 miliardi, mentre le uscite per le prestazioni sono state di 295 miliardi. (Fabio Pavesi, Il Sole 24 Ore)

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