Inps, in picco epidemia dipendenti pubblici in smart working si sono ammalati meno Inps, in picco epidemia dipendenti pubblici in smart working si sono ammalati meno

Inps, in picco epidemia dipendenti pubblici in smart working si sono ammalati meno

ROMA – Tra i 2 febbraio e l’11 aprile, le 10 settimane di picco dell’emergenza coronavirus, i dipendenti pubblici sembrano essersi ammalati meno. 

Lo evidenzia un Report dell’Inps sui certificati di malattia pervenuti all’ente nel periodo in cui la maggioranza degli italiani si trovava in smart working. 

In totale, nei mesi di massima diffusione del virus, sono stati oltre 6,58 milioni con una crescita del 14% rispetto allo stesso periodo del 2019.

La crescita nel periodo tra l’8 e il 14 marzo è stata del 110% (in Lombardia del 176%) per poi scendere al +59% nella settimana successiva. 

Ma mentre per il settore privato i certificati di malattia sono aumentati del 23% per il pubblico si sono ridotti dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

E il dato risulta ancora più evidente se si guarda alle lavoratrici del settore pubblico (-12%).

Nel complesso – segnala l’Inps – nelle 10 settimane di osservazione nelle regioni settentrionali si è registrato un incremento medio del numero di certificati di malattia del 24% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro variazioni nel Centro e nel Sud rispettivamente del 5% e del 2%:.

Dopo aver raggiunto aumenti totali del 110% e del 59% rispettivamente nelle due settimane che vanno dall’8 al 20 marzo 2020 gli aumenti si sono ridotti fino ad attestarsi nella maggior parte dei casi su valori inferiori ai corrispondenti 2019 (rispettivamente -28% e -45% nelle due settimane tra il 29 marzo e l’11 aprile).

Singolare è il caso delle donne lavoratrici nel pubblico. Dopo l’aumento registrato tra il 23 febbraio e il 15 marzo il numero dei certificati delle dipendenti pubbliche è crollato rispetto all’anno scorso (-61% tra il 5 e l’11 aprile a fronte del -37% per le donne del settore privato).

Il dato è da ricondursi al crollo delle influenze stagionali dovuto al lockdown e agli altri incidenti ma anche, secondo l’Inps, al probabile utilizzo del certificato negli anni scorsi per altri motivi familiari.

“L’andamento delle consistenze dei certificati pervenuti osservati sulla base del sesso del malato e del settore di provenienza – si legge – suggerisce anche spunti di analisi diversi: in particolare sembrerebbe che per le donne del settore pubblico ci sia stata in periodo di epidemia addirittura una flessione nel numero di certificati inviati”.

“Tale circostanza – spiega l’Inps – potrebbe suggerire che le assenze per malattia da parte delle donne del settore pubblico, in alcuni casi non sono riconducibili ad eventi morbosi, ma piuttosto a necessità di assenza dal lavoro per motivi famigliari”. (Fonte: Ansa).

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