Tensione alle stelle tra i soci di Intesa Sanpaolo. Alcune dichiarazioni del sindaco di Torino Sergio Chiamparino, parzialmente rettificate dall’interessato, hanno scatenato l’ira del presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. In una durissima nota il presidente dell’Acri non ha nascosto la sua «indignazione» per la «ricostruzione fantasiosa» fatta da Chiamparino sulla candidatura di Domenico Siniscalco al consiglio di gestione di Intesa e ha attribuito agli «intrighi» torinesi la mancata riconferma di Enrico Salza.
Chiamparino, vicinissimo al presidente della Compagnia San Paolo, Angelo Benessia, ha sponsorizzato Siniscalco, definito «senza dubbio il candidato giusto» per Torino. L’ex ministro dell’Economia «ha un curriculum lungo dieci chilometri ed è inattaccabile sul piano della professionalità e della torinesità».
Ma il sindaco, pensando di non essere citato, ha spiegato senza troppi giri di parole perchè la Compagnia San Paolo abbia “scaricato” Salza, chiamando in causa la mancata disponibilità dei “milanesi” a rivedere la governance di Intesa. Torino, secondo Chiamparino, si considerava penalizzata dalla fusione e voleva abbandonare il duale.
Il sindaco ha dunque proposto a Guzzetti una soluzione per «salvare il soldato Salza»: vertici inalterati per un anno e mezzo in cambio del ritorno al sistema tradizionale. L’operazione però non è andata in porto perchè, con il passaggio al cda, uno tra Passera e Bazoli «si sarebbe dovuto fare da parte» facendo spazio a un torinese.
Guzzetti «uomo di potere» non si è speso nella mediazione. E Salza, che doveva farsi promotore della proposta, «era sdraiato sulle posizioni dei milanesi». Da qui la decisione di scaricare Salza e puntare su Siniscalco. Il tutto condito da severi giudizi sul presidente della Fondazione Cariplo e sugli equilibri della banca «nelle mani di Passera e Bazoli con Guzzetti dietro le quinte».
La replica di Guzzetti è stata furibonda: «stupore, sconcerto, sorpresa e indignazione» per la ricostruzione di Chiamparino, «un’excusatio non petita» che «evidenzia il tentativo di sfuggire, maldestramente, alla responsabilità» del siluramento di Salza da parte del sindaco e dei torinesi. Guzzetti definisce «infondata la pretesa di chiamare in causa» una «supposta contrapposizione» tra Milano e Torino alla cui coesione, dice, «mi sarei aspettato che il sindaco operasse per concorrere responsabilmente».
Poi la parte più dura: «Le ragioni vere dell’opposizione alla conferma di Enrico Salza sono da riferire esclusivamente a rivalità, intrighi e contrasti interni al mondo torinese». Guzzetti cita «la contrastata delibera assunta mercoledì scorso dalla Compagnia San Paolo» dove Siniscalco, supportato da Benessia e da Chiamparino, ha ottenuto meno voti dell’altro candidato della Compagnia Andrea Beltratti (5 contro 6).