Bond subordinati Intesa, Unicredit e altre 15: giù il rating Moody’s?

ROMA – Standard & Poor’s l’ha già fatto, Moody’s si prepara a farlo: il taglio di rating di un numero consistente di banche, americane e europee. Nel mirino di Moody’s, in particolare, ci sono anche 17 istituti di credito italiani, da Intesa San Paolo a Unicredit, da Ubi a Mps. Il declassamento interesserebbe  il rating delle obbligazioni subordinate (meno dei bond, più delle azioni) sui quali pesa il giudizio negativo a proposito della capacità, dell’Italia in questo caso, di sostenere e garantire per le banche e su una legislazione che in alcuni casi, suscettibili di essere estesi, consente perdite agli obbligazionisti pur in assenza di default (come in Irlanda).

Standard & Poor’s, è notizia di stamattina (30 novembre), ha già proceduto ad abbassare il rating di Bank of America Corp., Goldman Sachs Group Inc. e Citigroup Inc. e altre 34 banche americane. Un colpo e un aggravarsi della crisi di liquidità per gli istituti interessati. Tornando a Moody’s, questo è l’elenco delle banche italiane messe sotto esame dall’agenzia di rating  e che riguarda le obbligazioni subordinate di 60 banche emesse in 15 paesi europei. Banca CR Firenze, Banca delle Marche, Banca Italease, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare dell’Alto Adige-SudtirolerVolksb, Banca Popolare di Cividale, Banca Popolare di Milano, Banca Sella, Banco Popolare, Cassa di Risparmio di Bolzano-Sudtiroler Sparkasse, Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Ferrara, Credito Valtellinese, Iccrea BancaImpresa, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Unione di Banche Italiane.

Non poteva mancare Fitch: ieri ha declassato il rating di Banca Carige, da “A-” a “BBB” e di Banco Desio da “A” a “A-“. Moody’s, prima di sciogliere la riserva sulle 87 banche tra cui le 17 italiane, ha declassato i cover-bond (speciali obbligazioni garantite) su settore pubblico, emessi da Intesa San Paolo, da “Aa1” ad “Aa3”. Tutti questi declassamenti riflettono l’andamento negativo in coppia di finanze pubbliche e finanze bancarie. La crisi di fiducia sui debiti sovrani fa da specchio a quella sulle banche: il loro destino è stato e sarà strettamente legato. Gli Stati, osserva Moya Longo sul Sole 24 Ore, “prima hanno salvato le banche con soldi prestati (attraverso titoli di Stato) principalmente dalle stesse banche, ma ora entrambi ne stanno subendo le conseguenze”.

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