CITTA’ DEL VATICANO – Ior, il nuovo corso di Papa Francesco va avanti nella trasparenza. Mentre oggi, martedì 1° ottobre, la banca vaticana ha pubblicato per la prima volta il proprio bilancio, arriva la notizia, riportata dal Corriere della Sera, secondo cui lunedì 23 settembre dall’Istituto per le Opere di Religione sono partite le prime 900 lettere di richiesta di chiusura conto per clienti con i quali lo Ior non vuole più avere rapporti. E tra questi ci sono i conti di quattro ambasciate: quelle di Iran, Iraq, Indonesia e Siria.
I 900 conti (su un totale di 19mila) corrente non hanno superato i controlli della società di consulenza Promontory, leader mondiale nell’antiriciclaggio, spiega Maria Antonietta Calabrò sul Corriere della Sera. Controlli voluti dal Vaticano per ridurre il rischio che lo Ior possa essere usato per riciclare denaro sporco o per finanziare il terrorismo.
A portare alla chiusura dei conti sono state operazioni sospette come deposito o ritiro di grosse somme di denaro in contante (fino a 500mila euro) da parte delle missioni diplomatiche di questi Paesi.
I conti delle ambasciate accreditate presso la Santa Sede possono essere aperti non solo dall’ambasciatore, ma anche dai numeri due e tre della missione.
Secondo l’Aif, l’ente di controllo delle finanze vaticane, che ha passato al setaccio le transazioni del 2011, i giustificativi delle ambasciate di Iran, Iraq ed Indonesia sono troppo vaghi o sproporzionati rispetto alle somme
Il conto della Siria era invece già stato chiuso dopo la pubblicazione dei cosiddetti “Syria files” da parte di Wikileaks, il sito di Julian Assange, nel luglio del 2012.
Intanto oggi, 1° ottobre, lo Ior ha messo online i dati del bilancio 2012, in occasione dell’inizio delle riunioni dei cardinali scegli da Papa Francesco come consiglieri per riformare la Curia.