Borse, Piazza Affari in picchiata. E la disoccupazione cresce all’8,9%: un giovane su tre non trova lavoro

Pubblicato il 1 Giugno 2010 - 10:06 OLTRE 6 MESI FA

Situazione nera per la nostra economia. Mentre l’Istat comunica che il tasso di disoccupazione, nel mese di marzo, continua a crescere raggiungendo quota 8,9%, la Borsa di Milano va in picchiata. Nonostante nei giorni scorsi il governo abbia emanato la Manovra finanziaria per contenere le ripercussioni della crisi, Piazza Affari sembra non aver recepito positivamente le misure contenute nel ‘pacchetto anticrisi’ e continua ad incrementare le perdite.

Attualmente l’indice Ftse Mib perde il 3,6% a 18.841 punti, mentre il Ftse All Share cede il 3,34% a 19.475 punti. I titoli più venduti sono Intesa (-4,95%) e Unicredit (-5,17%), ma è tutto il comparto bancario che perde terreno: a pesare è il monito della Banca centrale europea, che prevede una nuova ondata di svalutazioni nette su prestiti e titoli dovute alla crisi finanziaria.
Negative anche le altre borse europee. Parigi perde il 2,53%, Francoforte l’2,04% e Londra il 2,16%. Madrid cede il 2,9%.

A completare il quadro negativo della nostra economia, sono le stime dell’istituto di statistica, che rileva che il tasso di disoccupazione ad aprile é fissato all’8,9%, dall’8,8% di marzo. Questo dato, precisa l’Istat, è il peggiore dal quarto trimestre del 2001. In un anno, ovvero da aprile 2009 allo stesso mese del 2010, il numero di occupati in Italia è diminuito di 307 mila unità.

L’Istat ha sottolineato inoltre che ad aprile 2010 il numero di occupati è pari a 22 milioni 831 mila unità (dati destagionalizzati), in aumento dello 0,2% rispetto a marzo, ma inferiore all’1,3% rispetto ad aprile 2009. Il tasso di occupazione è quindi pari al 56,9%, in aumento rispetto a marzo di 0,1 punti percentuali, ma inferiore di 0,9 punti percentuali rispetto ad aprile dell’anno precedente.

Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2 milioni 220 mila unità, in crescita dell’1 per cento (+21 mila unità) rispetto al mese precedente e del 20,1 per cento (+372 mila unità) rispetto ad aprile 2009. 
L’Istat conferma anche che non si arresta la crescita del tasso di disoccupazione giovanile. Ad aprile è pari al 29,5%, con un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,5 punti percentuali rispetto ad aprile 2009.

Secondo i dati comunicati dall’Istat in via provvisoria nel 2009 il prodotto interno lordo italiano è diminuito del 5 per cento.  Nella precedente rilevazione, effettuata con diversi metodi statistici, la prima stima del Pil segnava una contrazione del 4,9 per cento. E’ il dato peggiore praticamente da sempre, ovvero almeno dal 1971, quando è cominciata la rilevazione statistica. In valore assoluto, l’indebitamento netto è aumentato di circa 38.200 milioni di euro, attestandosi al livello di 80.800 milioni di euro.

L’Istat ha rivisto le stime dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per il triennio 2006/2008, variate a causa del normale processo di consolidamento delle informazioni di base. Complessivamente il saldo del conto delle amministrazioni pubbliche, in seguito alle revisioni, risulta superiore di 91 milioni nel 2006, inferiore di 34 milioni nel 2007 e di 404 milioni nel 2008. Tali revisioni, precisa l’Istat, non hanno comportato variazioni nel rapporto indebitamento netto/pil negli anni 2006/2008.

In base ai dati contenuti nei “Conti economici nazionali” diffusi dall’Istat la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) nel 2009 è risultata pari al 43,2 per cento, superiore di 3 decimi di punto rispetto al valore del 2008 (42,9 per cento).

Nel 2009 le entrate totali, pari al 47,2 per cento del Pil, sono diminuite dell’1,9 per cento rispetto all’anno precedente. Nel 2008 erano cresciute dell’1,1 per cento. L”Istat sottolinea infine che le uscite totali sono risultate pari al 52,5 per cento del Pil (49,4 per cento nel 2008), con una variazione del +3,1 per cento rispetto all’anno precedente.