ROMA – Il tasso d’inflazione annuo si è dimezzato nell’arco di sei mesi, scendendo all’1,6% di marzo dal 3,2% di settembre. Il caro-prezzi torna indietro ai valori di settembre 2010, quando era stato rilevato lo stesso tasso. Lo comunica l’Istat, aggiungendo che su base mensile il tasso è salito dello 0,2%. La nuova frenata è dovuta soprattutto alla decelerazione annua dei carburanti.
Frena pure il carrello della spesa: a marzo i prezzi dei prodotti acquistati con più frequenza dai consumatori, dal cibo ai carburanti, rincarano del 2% su base annua, un tasso superiore all’inflazione (1,6%), ma che risulta, ancora una volta, in frenata rispetto a febbraio (2,4%). Rileva l’Istat che si tratta del valore più basso da settembre 2010, aggiungendo che su base mensile si registra un aumento dello 0,1%.
Il carrello della spesa, osserva la Coldiretti, è meno caro perché si svuota dei prodotti base per l’alimentazione: dalla frutta (-4%) agli ortaggi (-3%), dal grana padano (-7%) al parmigiano reggiano (- 3 per cento) fino alla carne bovina che registra un calo delle macellazioni del 7% nel primo trimestre.
La riduzione del tasso di inflazione riflette – sottolinea la Coldiretti – il clima di depressione nei consumi che ha variato non solo i menu, ma anche il livello qualitativo dei prodotti acquistati con 23 milioni di italiani che hanno fatto la spesa low cost. Nel mese di marzo, i prezzi addirittura scendono su base annua per il pesce fresco d’allevamento (-0,4 per cento) mentre crescono per il pesce fresco di acqua dolce (+1,3 per cento), la farina e altri cereali del 2,2 per cento, per i vegetali freschi del 2,5 per cento, per l’olio di oliva del 2,7 per cento, per i vini del 4,1 per cento, le uova del 6,1 per cento e la frutta fresca che fa segnare il maggior rincaro del 7,7.