Istat: “La crisi greca pesa sulla ripresa italiana”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2015 - 21:01 OLTRE 6 MESI FA
Istat: "La crisi greca pesa sulla ripresa italiana"

Un anziano piange davanti ad una banca greca

ROMA – La crisi greca pesa sulla ripresa economica italiana: a dirlo è l’Istat nella sua nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.

L’Istituto nazionale di statistica rivela che “la ripresa economica prosegue, ma le informazioni provenienti dai settori produttivi indicano una intensità più contenuta rispetto al primo trimestre”. L’indice composito anticipatore dell’economia “ha evidenziato in aprile una decelerazione, proseguendo la tendenza in atto da febbraio”.

Nemmeno la situazione occupazionale è molto migliorata, sostiene l’Istat: “dall’inizio dell’anno non si è ancora verificata una ripresa stabile dell’occupazione. Tuttavia alcuni segnali positivi prefigurano andamenti più favorevoli nei prossimi mesi”. Resta che dall’inizio dell’anno, il livello complessivo degli occupati è rimasto sostanzialmente invariato”.

Il mercato del lavoro, spiega l’Istituto di statistica, “mostra i primi segnali positivi dal lato della domanda anche se non rafforzati dalle indicazioni sull’offerta di lavoro”. Dal lato della domanda, osserva l’Istat in un approfondimento della nota mensile dedicato al mercato del lavoro, si è registrato nel primo trimestre un “aumento del tasso di posti vacanti, cresciuto dopo la stasi registrata nell’ultimo trimestre del 2014” che ha interessato “diversi comparti del settore dei servizi” e anche “nelle costruzioni ma non nell’industria in senso stretto”. Dal lato dell’offerta invece “emergono indicazioni eterogenee” ma “un segnale rilevante è che, accanto alla riduzione tendenziale dell’occupazione complessiva, si è verificata una riduzione dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata, storicamente molto elevata nel nostro Paese: la quota di disoccupati da più di dodici mesi sul totale è passata dal 58,7% al 57,1% in un anno ed è diminuita soprattutto tra le donne (tre punti percentuali in meno fino al 56,8%), nel Centro (quattro punti in meno fino al 51,6%) e, in parte, anche nel Mezzogiorno (un punto e mezzo in meno fino al 63,3%)”.