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Istat: “Stipendi mai così bassi dal 1983, divario coi salari al top dal 1995”

di admin |24 Aprile 2012 10:43

ROMA – A marzo la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d'inflazione (+3,3%), su base annua, tocca una differenza di 2,1 punti percentuali, che rappresenta il divario piu' alto dall'agosto del 1995. Lo rileva l'Istat. Le retribuzioni contrattuali orarie a marzo restano ferme su febbraio e salgono dell'1,2% su base annua. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che la crescita tendenziale e' la piu' bassa almeno dal 1983, ovvero dall'inizio delle serie storiche ricostruite, 29 anni fa.

Nel primo trimestre del 2012 la retribuzione risulta cosi' cresciuta solo dell'1,3% rispetto al corrispondente periodo del 2011. Con riferimento ai principali macrosettori, fa sapere sempre l'Istat, a marzo le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che a marzo presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,9%), chimiche, comparto di gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e quello delle telecomunicazioni (2,7% per tutti i comparti). Si registrano, invece, variazioni nulle nell'agricoltura, nel credito e assicurazione e in tutti i comparti appartenenti alla pubblica amministrazione.

A marzo risultano in attesa di rinnovo 36 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico impiego). Lo comunica l'Istat, precisando che la quota di dipendenti che aspettano il rinnovo e' pari al 32,6%. ' notevolmente salita la media dei mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto, superando ampiamente i due anni. A marzo l'attesa, infatti, risulta pari a 27 mesi, in deciso aumento rispetto allo stesso mese del 2011 (15,2 mesi).

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