ROMA – Nelle casse delle banche svizzere si stima che ci siano almeno 150 miliardi di euro degli evasori italiani. Se lo Stato intervenisse potrebbe prendersene fino a 50 evitando così di continuare ad inserire tasse o ad aumentare la benzina. Come scrive però Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano di domenica 29 aprile, al Governo italiano questi soldi però, non sembrano proprio interessare.
Nella conferenza stampa di mezzogiorno del 17 aprile il commissario europeo alla Fiscalità Algirdas Šemeta, aveva spiegato ai giornalisti presenti che gli accordi di Gran Bretagna, Germania e Austria con la Svizzera, i paesi che hanno deciso di tassare i capitali portati in Svizzera, sono perfettamente compatibili con il diritto comunitario. Nel 2013, questi accordi produrranno i loro effetti sulla spesa pubblica ed impediranno tagli.
A firmare per ultima l’accordo con la Svizzera è stata il 13 aprile l’Austria. Feltri spiega come funziona l’accordo: “Nei forzieri elvetici ci sono almeno 20 miliardi di euro austriaci frutto di evasione. I residenti austriaci titolari dei conti o i beneficiari dei trust e degli altri strumenti giuridici per nascondere le tracce, se vogliono mantenere i loro capitali in Svizzera dovranno pagare una sanzione una tantum del 30 per cento, modulata poi a seconda della durata dei depositi, che può nella pratica oscillare tra il 15 e il 38 per cento”.
“È una specie di condono fiscale, – spiega Feltri – è vero, ma di entità ben diversa da quel 5 per cento applicato da Giulio Tremonti ai suoi tempi. E soprattutto gli effetti continuano: tutti i proventi dei capitali e degli altri strumenti finanziari (dai dividendi ai capital gain) saranno tassati al 25 per cento ogni anno. La Svizzera si accolla il ruolo di esattore per conto dell’Austria e in cambio conserva il segreto bancario, l’unico vero strumento che le è rimasto per attirare i capitali nel Paese (visto che spesso derivano da evasione fiscale o altre pratiche illecite)”.
Il governo svizzero si trova infatti sotto pressione soprattutto dagli Stati Uniti per rivelare i segreti dei conti bancari. Il governo di Berna preferisce quindi agire da sostituto d’imposta, mantenendo la riservatezza. Dopo mesi di trattative con Berna, la Germania e la Gran Bretagna hanno raggiunto accordi simili. All’appello ora si aggiunge l’Austria. L’applicazione si stava complicando perché la Commissione europea temeva gli effetti distorsivi di provvedimenti che, di fatto, sanano le posizioni illecite del passato.
Rita Castellani, una delle animatrici dell’iniziativa “Operazione Guardie Svizzere” che punta a fare pressione sul governo italiano al Fatto Quotidiano spiga: “Si è trovato un escamotage, i pagamenti una tantum vengono presentati come l’acconto di quanto verrà chiesto a chi ha soldi in Svizzera dopo l’approvazione di un accordo complessivo tra i 27 Paesi Ue che il commissario Šemeta continua ad auspicare”.
In Germania la Spd, il partito socialdemocratico, si è opposta all’accordo negoziato dal governo di Angela Merkel e ha ottenuto condizioni ancora più punitive per gli evasori: un prelievo una tantum tra il 21 e il 41 per cento (invece che tra il 19 e il 34) e una patrimoniale colossale del 50 per cento per chi eredita un conto svizzero e non lo dichiara al fisco tedesco. Le associazioni dei contribuenti in Germania, all’inizio scettiche, ora sono entusiaste della formulazione dell’accordo e chiedono la sua immediata applicazione. I l flusso di denaro verso Berlino comincerà nel 2013.
A mancare all’appello al momento sono Italia e Francia, Pochi giorni fa, il ministro delle Finanze elvetico Eveline Widmer-Schlumpf, ha dichiarato in un’intervista che “la Svizzera sta portando avanti con Italia e Francia il tema della tassazione degli asset detenuti in conti svizzeri da cittadini dei due Paesi, ma un negoziato formale deve ancora iniziare”.
Il governo Monti ha chiarito però la sua posizione all’inizio del mandato: favorevole agli accordi con la Svizzera per far pagare gli evasori ma nel quadro di un’intesa comunitaria, anche per non incorrere nel rischio di sanzioni da parte della Commissione Ue che ora sembra aver dato il suo via libera. Lo dimostra l’accordo fatto dall’Austria in queste ore. E a quanto pare, anche il Pd e il Pdl sarebbero d’accordo a trovare un accordo per far entrare in Italia un po’ di gettito in più nel 2013.
I commenti sono chiusi.