Immigrazione. Sanatoria colf e badanti mezzo flop: un anno dopo 4 su 10 restano irregolari

Il 1 settembre è  l’anniversario del click day, cioè del giorno in cui i datori di lavoro potevano, con un contributo forfettario di 500 euro, avviare la pratica per la regolarizzazione di colf e badanti, in modo tale da combattere il lavoro a nero e permettere ai numerosi extracomunitari che svolgono tali attività di ottenere il permesso di soggiorno.

Questo anniversario non sarà molto felice, visti i risultati dell’iniziativa: solo il 59% dei 300 mila lavoratori che hanno fatto richiesta del regolare contratto è riuscito a firmarlo. Ma cosa ne sarà del restante 41%? Mentre il 35% deve armarsi di pazienza ed attendere che siano effettuati gli accertamenti necessari, è stimato che il 6% non firmerà mai un contratto, perché il datore o il lavoratore non hanno i requisiti richiesti oppure perché lo straniero richiedente è colpito da un applicazione della circolare Manganelli, che non prevede il diritto alla regolarizzazione per coloro che sono stati scoperti in Italia dopo un’espulsione.

Tra le prime dieci provincie per numero di istanze andate a buon fine troviamo Aosta con il 92,7% dei contratti firmati su 178 domande presentate, Gorizia con il 91,67% su 192 domande presentate e Verbano con il 91,62% su 525 domande. Le provincie italiane che hanno segnato un andamento negativo sono invece Latina, con il 22,71% di contratti firmati su 2.840 richieste, Napoli con il 23,76% su 24.364 richieste e Torino, dove su 8.305 richieste solo il 25,18% è andato a buon fine.

Il problema principale che emerge dai dati sulla chiusura delle pratiche è strettamente legato al numero di domande presentato, infatti le difficoltà maggiori sono state affrontate dalle grandi città come Napoli, praticamente sommerse dal grande numero di richieste. Altra difficoltà incontrata in questo anno è legata ai contratti che il Ministero dell’Interno ha stipulato con gli interinali ed i precari addetti alla gestione ed alla chiusura delle pratiche, personale assunto a tempo determinato e che tra poco vedrà scadere il proprio contratto.

Intanto Mara De Mattheis, Alessia Pantone e Cristiano Ceccotti hanno fondato il “comitato 650” per denunciare che la firma dell’ennesimo contratto a tempo determinato per la proroga del loro lavoro è “una beffa”, poiché “si sta solo posticipando il problema che si ripresenterà alla fine del prossimo anno” e senza contare che la gestione delle pratiche subirà un ulteriore rallentamento, arrecando non pochi disagi a coloro che lo scorso 1 settembre hanno prontamente presentato domanda e ancora attendono una risposta.

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