ROMA – Italia in deflazione per la prima volta dopo 50 anni. Consumi fermi, prezzi giù. Ad agosto l’indice dei prezzi al consumo misurato dall’Istat nelle prime stime ha segnato un calo dello 0,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (era +0,1% a luglio). Tecnicamente, dopo 50 anni, l’Italia è in deflazione, una spirale economica per cui le famiglie non spendono e i prezzi continuano a scendere rallentando la propensione all’acquisto dei consumatori che si aspettano ulteriori ribassi. Il dato negativo fa il paio con la contemporanea ripresa della disoccupazione, annunciata sempre oggi dall’Istat.
L’economia italiana nel secondo trimestre del 2014 si è contratta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Lo conferma l’Istat che, per effetti di arrotondamento, ha invece rivisto la stima sul pil tendenziale del 6 agosto da -0,3% a -0,2%. Con il primo trimestre chiuso a -0,1%, l’Italia è di fatto in recessione.
Una brutta bestia, la deflazione, che certifica il clima stagnante delle attività produttive. Anche se di solito siamo stati abituati nella storia delle cicliche crisi economiche italiane a considerare lo spettro opposto dell’inflazione, cioè l’aumento indiscriminato dei prezzi (mentre, la letteratura economica indica nel 2% il livello giusto di inflazione).
Tornando alla situazione attuale, ad agosto risultano in deflazione tre settori su dodici, tra i comparti monitorati dal’Istat. I prezzi infatti scendono, su base annua, per alimentare (-0,5%), comunicazioni (-9,1%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,1%). L’istituto di statistica sottolinea che tra i tre il capitolo comunicazioni presenta tassi negativi già da lungo tempo. Importante il dato in deflazione del cosiddetto carrello della spesa, ovvero l’insieme dei beni che comprende l’alimentare, i beni per la cura della casa e della persona. Il ribasso annuo è infatti pari allo 0,2%, anche se in recupero rispetto al -0,6% di luglio.
Il tasso di variazione annuale dei prezzi è in discesa da quattro mesi consecutivi e passa per la prima volta in negativo. Su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,2%, grazie soprattutto al contributo dei servizi relativi ai trasporti (+3,8%). L’indice europeo Ipca, rileva ancora l’Istat nei calcoli provvisori, scende dello 0,2% sia in termini congiunturali che tendenziali. Nel confronto annuo si tratta del calo più marcato mai registrato dal nuovo indicatore in cui, dal 2002, si tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo, ovvero degli sconti e dei saldi. L’inflazione acquisita per il 2014, ovvero il tasso che si avrebbe in media d’anno se il dato rimasse lo stesso fino a dicembre, sale allo 0,4% dallo 0,3% di luglio.
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