Iva, toccarla è tabù? Le aliquote degli altri: Italia nella media Ue. Ma evasione più che doppia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Ottobre 2019 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA
Iva, le aliquote degli altri

Scontrino fiscale. in Italia l’evasione dell’Iva è più del doppio della media Ue

ROMA – L’Iva ordinaria in Italia è oggi al 22 per cento. Il governo Conte ha promesso che non la toccherà, avendo trovato i 23 miliardi di risorse per disinnescare le clausole di salvaguardia imposte dall’Europa come cauzione in caso di ulteriori sforamenti sui conti pubblici. Il 22% ci colloca nella metà alta della classifica Ue ed è sostanzialmente in linea con la media degli Stati Ue che fanno parte dell’Ocse (21,7 per cento).

Decisamente fuori dalla media, invece, il tasso di evasione della tassa (23,8% contro la media dell’11,2%). Anche per questo si erano levate, anche dal governo, voci di una rimodulazione selettiva delle aliquote con meccanismo premiale per chi utilizza sistemi di pagamento tracciaibili come le carte o il bancomat. Opzione che in Italia (vedi il muro eretto da Di Maio e Renzi) appare come un tabù nei confronti dell’elettorato.

Le aliquote degli altri

La percentuale più alta si registra in Ungheria, con un’aliquota del 27 per cento. Seguono alcuni Stati scandinavi, con l’aliquota ordinaria al 25 per cento: Danimarca, Svezia e Norvegia. Finlandia, Islanda e Grecia sono subito sotto, al 24 per cento. Al 23 per cento, infine, si trovano Irlanda, Polonia e Portogallo.

Tutti gli altri Stati europei dell’Ocse – tra cui anche gli altri grandi Paesi Ue – hanno aliquote inferiori: al 21 per cento si trovano Spagna, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca, Lettonia e Lituania. Al 20 per cento Francia, Regno Unito, Austria, Estonia e Slovacchia. Al 19 per cento la Germania, al 17 per cento il Lussemburgo e al 7,7 per cento – dato più basso in Europa – la Svizzera.

Evasione Iva: media Ue all’11,2%, in Italia più del doppio

L’Iva viene evasa in Italia nettamente di più che nel resto d’Europa. Se infatti la media di evasione dell’Iva nella Ue, come risulta dal report della Commissione sul tema, è pari all’11,2 per cento, in Italia si arriva (i dati più recenti sono riferiti al 2017) a più del doppio (23,8 per cento). In valore assoluto, stiamo parlando di circa 34 miliardi di euro. Nettamente di più di quanto serva per evitare l’aumento dell’Iva nel 2020 (23,1 miliardi).

La jungla delle aliquote agevolate

È possibile, poi, che gli Stati prevedano una o più aliquote Iva inferiori – le cosiddette aliquote “agevolate” – a quella ordinaria per determinati beni. In Italia, come risulta ancora dai dati Ocse, ne esistono tre: al 10, al 5 e al 4 per cento, e riguardano diversi beni e servizi, in particolare gli alimenti (ma non solo).

Negli altri grandi Paesi della Ue la situazione è la seguente: in Germania esiste un’unica aliquota agevolata, al 7 per cento; in Francia ne esistono tre, al 2,1, al 5,5 e al 10 per cento; nel Regno Unito c’è un’aliquota allo zero per cento e una al 5 per cento; in Spagna ci sono due aliquote al 4 e al 10 per cento, più una serie di aliquote stabilite a livello regionale. L’Italia ha insomma una situazione più simile Francia e Spagna rispetto a Regno Unito e Germania. (fonte Agi)