Con l’inizio del 2025, il prezzo della benzina è tornato a toccare quota 1,8 euro al litro, registrando un incremento di 3 centesimi rispetto alla fine del 2024. Questo aumento è legato principalmente al costo di miscelazione dei biocarburanti, un “balzello” che pesa circa 2 centesimi al litro secondo le stime di Staffetta Quotidiana. Tuttavia, il Codacons denuncia l’ingiustificata impennata dei prezzi, considerando che le quotazioni petrolifere del Brent sono salite solo del 4% rispetto a dicembre, rimanendo comunque lontane dai picchi storici.
Impatto economico sui consumatori
Il rincaro si traduce in una maggiore spesa per gli automobilisti: +1,5 euro per un pieno e +36 euro su base annua. L’aumento avrà anche effetti indiretti, come il rialzo dei costi di trasporto, che interesseranno l’88% dei prodotti venduti in Italia. A pesare ulteriormente è il rischio di futuri rincari speculativi su bollette di luce e gas, in un contesto già gravato dall’incertezza economica.
Le denunce dei gestori e delle federazioni
Le federazioni dei gestori Faib Confesercenti e Fegica hanno accusato Enilive, controllata di Eni, di aver aumentato i prezzi durante le festività, tra il 25 dicembre e il primo gennaio. Inoltre, denunciano che migliaia di distributori a marchio Eni sono stati lasciati a secco in un periodo di alta domanda, causando danni economici alle piccole imprese e disagi agli automobilisti.
Sul futuro dei carburanti pesa il riallineamento delle accise previsto dal Piano strutturale di bilancio, che potrebbe ulteriormente influire sui prezzi. Il governo è al centro delle critiche: Emma Pavanelli, deputata M5s, ha attaccato l’esecutivo per non aver mantenuto la promessa di abolire le accise, sottolineando che il 2025 si apre con aumenti non solo sui carburanti, ma anche sulle bollette di luce e gas, con rincari energetici del 30% previsti nel primo trimestre.