La Cina ci compra? Shopping industriale su Eni, Enel e Generali

Il fondo cinese che in cassa ha almeno 300 miliardi di dollari in precedenza ha messo le mani su colossi come Visa, Blackstone e Morgan Stanley –
Gao Xiqing, presidente del Cic

La Cina ci si compra? Si chiama China International Corporation, è un fondo sovrano cinese ed ha messo gli occhi su Eni, Enel e Generali. Per entrare nella proprietà delle tre big italiane, comprarle in toto sembra difficile e sarebbe uno choc per il sistema Italia, politica compresa,  il “Cic” non ha intenzione di badare a spese. Almeno per Eni e Enel,  un qualche accordo si dovrebbe fare. Più difficile,  nel breve periodo, che i cinesi riescano a prendere Generali.

Il fondo cinese negli ultimi mesi ha già messo le mani su società come Blackstone, Morgan Stanley e Visa. Aziende che sono andate ad arricchire il portafoglio della Cic che già vanta diversi giacimenti petroliferi sparsi per il globo. E se Blackston e Morgan Stanley si sono dimostrati investimenti “disgraziati” i cinesi non hanno fatto una piega ed hanno continuato con la politica di acquisizioni ben pagate. In cassa del resto al momento ci sono 300 miliardi di dollari e ben presto ne dovrebbero arrivare altri 200. Cifre che consentono di rischiare senza patemi eccessivi.

Del fondo si sa pochissimo: è il più giovane del pianeta e si nota per le comunicazioni “scarne” al limite dell’ermetism0. Gao Xiqing, direttore generale del Cic dopo qualche giorno in Italia in cui ha posto le basi per il maxi shopping industriale e finanziario, si dirigerà verso nuove mete d’affari Africa, Sud America, Repubbliche Centro Asiatiche, Nord Europa, Sudest Asiatico, vale a dire su ogni pista che odora di gas, petrolio e minerali.

Il Governo di Pechino  lo aveva costituito con lo scopo di trovare alternative più vantaggiose   rispetto ai titoli del Tesoro americani per investire le riserve monetarie cinesi. Nel frattempo, però, la domanda di energia e di materie prime cinese è letteralmente esplosa. Così il Cic è diventato anche uno strumento per l’approvvigionamento di risorse naturali nel mondo. E dopo la crisi finanziaria del 2008, il suo ruolo in questo ambito si è ulteriormente rafforzato.

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