La Cina sorpassa il Giappone

Pubblicato il 31 Dicembre 2009 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA

La Cina ha sorpassato il Giappone nel 2009

Il 2009 per tutto il mondo è stato l’anno della crisi. Per la Cina è stato invece l’anno del sorpasso.

Sembra davvero finito un ciclo di 30 anni che, dall’inizio delle riforme economiche alla fine del 1978, ha portato il Paese della Grande Muraglia a superare il prodotto interno lordo giapponese. Uno scatto che ha messo fine a circa un secolo di primato economico e politico nipponico in Asia.

Nel 2009, grazie allo sviluppo del suo Pil probabilmente oltre il 9%, in contrasto con la recessione che ha colpito il resto del mondo, la Cina avrà prodotto circa metà della crescita economica globale. Inoltre, nonostante la diminuzione dei suoi commerci, la Cina quest’anno è diventata il primo esportatore del mondo, che è anche la riprova di quanto siano diminuite le capacità degli altri.

Infine ci sono i dati delle riserve monetarie, prime in assoluto. Oltre 2150 miliardi di dollari cui vanno sommati i circa 500 miliardi di Hong Kong. Il totale complessivo è di circa 2700 miliardi, che fanno di Pechino il primo creditore al mondo, il maggiore acquirente di debito americano, seduto su un deposito di denaro che farebbe impallidire Paperone ma anche il Pil italiano, che quest’anno potrebbe scendere sotto i 2200 miliardi di dollari.

Le preoccupazioni tuttavia non mancano.  Dato l’enorme esborso finanziario sostenuto per attivare l’economia nel 2009, la Cina spera che il 2010 marci con le sue gambe. Ma i segnali non sono tutti rassicuranti. L’alto commissario per Hong Kong Donald Tsang ha detto di temere una caduta dell’economia del territorio a metà dell’anno. Hong Kong non è un’economia vera e propria, piuttosto è un termometro della salute dell’economia nel bacino dell’Asia-Pacifico. Non è chiaro su che basi Tsang si esprima: certo Pechino osserva che in America oltre i dati generali, certo migliori, restano molti elementi preoccupanti. La disoccupazione è molto alta, le piccole imprese che già hanno tassi di fallimento da record potrebbero andar peggio con la nuova legge sulla sanità che impone altri costi.

Pechino quindi si preoccupa dello stato del suo maggiore «cliente», l’America, che possiede forse il 70% del suo credito, e teme una seconda metà del 2010 molto turbolenta.